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Fermiamo la megacentrale: la tutela del territorio, l'ambiente e la salute non si vendono e non si barattano!

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Continua l'assalto alla diligenza da parte delle multinazionali colossi dell'energia che intendono realizzare nei territori tra Gonnosfanadiga e Guspini e tra Decimoputzu e Villasor due mega centrali termodinamiche solari 55 Mw tra le più grandi d'Europa promettendo investimenti e posti di lavoro, niente di più falso, ma sottraendo complessivamente più di 500 ettari di terreni agricoli e pascoli e minacciando con arroganza i proprietari perché di fronte ad un rifiuto di cessione dei terreni procederanno con l'esproprio per ragioni di interesse pubblico. Le proponenti sono società di comodo con sede a Londra e riconducibili di fatto al gruppo Angelantoni che da tre anni stanno mandando avanti questo progetto con l'appoggio dello Stato italiano a discapito del territorio e del popolo sardo.

L'impianto solare termodinamico costituisce una fonte non completamente ecologica in quanto necessita di essere combinata a fonti non rinnovabili che ne garantiscono il funzionamento anche in assenza di sole, ha quindi bisogno di una fonte d'acqua per il raffreddamento perciò ci sono difficoltà a trovare siti adeguati , di scarso pregio ambientale e paesaggistico.

Le stesse Linee Guida approvate con D.M. del 02/09/2010 stabiliscono dei vincoli tassativi per l'ubicazione di tali impianti, quali il coinvolgimento dei cittadini, il riutilizzo di aree degradate e il minor consumo di suolo; il par 16 d ) di tale decreto stabilisce che per poter autorizzare la costruzione di tali impianti è necessario localizzarli in siti industriali, o in cave o in discariche o in siti contaminati e in zone desertiche, tutto il contrario di quanto vogliono le suddette società proponenti.

Perché tanto accanimento per l'ubicazione degli impianti nelle aree di Gonnos - Guspini, Decimoputzu - Villasor?

Cosa nasconde tale scelta in dispregio anche di quanto stabilisce la norma?

Forse meri calcoli economici e logistici come il basso costo dei terreni agricoli che non hanno bisogno di essere bonificati, la presenza di infrastrutture, la morfologia pianeggiante, la presenza di risorse idriche portano alla scelta delle sopracitate aree a scapito delle aziende agricole presenti e delle popolazioni limitrofe che verrebbero esposte a gravi rischi per la salute.

Inoltre a chi serve una speculazione energetica di cosi grande entità ai danni di centinaia di ettari di terreno agricolo e pascolativo sardo?

Non alla Sardegna che oggi produce molta più energia di quanto abbia bisogno.

Ribadiamo che siamo favorevoli a forme di produzione energetica da rinnovabili ma all'interno di un modello di sviluppo sostenibile e rivolto alla sufficienza energetica, che abbia a cuore la salute dei cittadini, la salvaguardia presente e futura dei territori, la difesa dell'ambiente. Non accettiamo che dietro il tema della sostenibilità si nascondano mega progetti che, come cattedrali nel deserto oggi impattano e domani lasciano desertificazione e inquinamento.

Per fermare la realizzazione di tali impianti i comitati, le amministrazioni comunali, associazioni sarde e nazionali, sezioni locali di vari partiti politici tra cui il Psd'az, diverse categorie di lavoratori, organizzano per il 2 luglio con inizio alle ore 9,00 una manifestazione diretta a coinvolgere tutti coloro che hanno a cuore la salvaguardia del territorio, dell'ambiente e la tutela della salute che non si vende e non si baratta!

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