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Ci lascia Carlo Sanna, storico Segretario del vento sardista

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Oggi ci ha lasciato un pezzo significativo della nostra storia politica: Carlo Sanna non è stato solo il Segretario del riscatto e del vento sardista degli anni '80 ma soprattutto, a mio avviso, colui che ha con maggior forza definito ed affermato il concetto di "centralità sardista" già dal XXII Congresso Nazionale del 1986, chiarendo in modo esemplare come essa non risiedesse nel fatto che al PSd'Az "bisogna far riferimento per la formazione di maggioranze di governo, come se fossimo davvero ciò che altri sogna e cioé un partito intermedio. La centralita' sardista sta nell'essere esso il vero partito nazionale sardo, il partito che pone al centro della propria teoria e della propria pratica gli interessi nazionali della Sardegna. Questa concezione ci deriva non solo dalla nostra volonta' di esserlo, ma anche e soprattutto dal riconoscimento di questa nostra identità da parte degli elettori".

Dopo Titino Melis è stato il più longevo Segretario Politico Nazionale, dal 1979 fino a quel 26 marzo del 1990, quando consegnò al Presidente del Partito le proprie dimissioni, che non vennero rese note immediatamente per non turbare l'attività dei sardisti impegnati nella campagna elettorale delle amministrative.

Ha ricostruito il consenso consumato negli anni '70 ripartendo dai minimi storici delle elezioni politiche del 03.06.1979 (17.673 voti pari all'1, 91% ) per arrivare ai 136.720 consensi (13,8%) delle Regionali del 1984 ed al record del 15,3% delle Provinciali del 1985.

Consigliere comunale a Cagliari, Consigliere Regionale ed Assessore prima alla Pubblica Istruzione nelle Giunte Rais dal 1980 al 1982 e successivamente al Lavoro nella II Giunta di Mario Melis dal 1985 al 1987.

E' stato Senatore nella X legislatura repubblicana dal 1987 al 1992.

Ha segnato con la sua personalità forte e decisa i tempi in cui il PSd'Az poteva contare su un'articolazione territoriale di ben 480 sezioni animate da oltre 11.000 iscritti, impegnati nella produzione e divulgazione del grande progetto di governo sardista dell'Isola.

Le sue riflessioni da segretario rivestono ancora oggi una grande attualità ed interrogano l'intera classe dirigente sul modello di indipendenza che vogliamo rilanciare per la Sardegna.

Mi piace ricordare sul punto la sua relazione introduttiva al Congresso di Quartu Sant'Elena del dicembre 1989, laddove "il segreto sogno della indipendenza, che si è chiarito ed arricchito via via, dal congresso del 1968 a oggi, ha assunto la concretezza del reale nella nostra moderna concezione della Sardegna come stato sovrano lealmente federato e finalmente unito all'Italia non più come umile colonia ma come parte viva e attiva di una più vasta compagine'', concludendo infine che "questo progetto, considerato assurdo, e persino un delitto di eversione politica perseguibile a termini di legge, si è liberato da ogni sospetto separatistico e comincia ad essere considerato con più attenzione, anche dagli avversari più ostinati e chiusi, comincia ad essere capito e, forse presto, accettato come un progetto di profonda riforma dello Stato, anzi degli Stati europei costituitisi in tempi di prepotenza e di violenza armata, ma tesi, ora all'unione. Senza odio e senza paura vogliamo partecipare a questa bellissima unione di pace e di lavoro che promette immensi sviluppi fino a comprendere l'intero pianeta, ma rifiutiamo ogni subordinazione umiliante."

Nel ricordo di queste sue parole e nella gratitudine per quanto ha rappresentato per il PSd'Az, vogliamo esprimere la nostra commozione ed i sensi del nostro più profondo cordoglio ai familiari, partecipando al loro dolore, e dei tanti militanti che con lui hanno condiviso il lungo percorso di impegno politico e sociale per l'affermazione dei valori e dei principi più autentici del nostro Partito.

Fortza Paris!

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