1. Skip to Menu
  2. Skip to Content
  3. Skip to Footer

Commissione consiliare approva all'unanimità proposta di legge sardista su zona franca integrale: chi minaccia vento avrà tempesta!

Condividi

La Trimurti dei comitati zona franca ha concluso la sua audizione presso la Commissione del Consiglio regionale che ha approvato all'unanimità (dei presenti) la proposta di legge sulla zona franca integrale da inviare al Parlamento, col successo di aver proposto emendamenti importanti e sembra accettati in via di principio dal Presidente e vari commissari.

Un doppio successo è da registrare da parte dei sardisti che hanno presentato la proposta di legge sulla zona franca integrale che è stata la base dei lavori della Commissione consiliare.

Il primo è che gli emendamenti proposti dai nuovi santoni della zona franca corrispondono esattamente alle proposte sardiste che però la Commissione aveva cassato per asciugare (secondo loro) il testo. Infatti il testo sardista prevedeva che: ".. il territorio della Sardegna è posto fuori della linea doganale dello stato e costituisce zona franca....", la potestà sull'accertamento e la riscossione di tutte le imposte vigenti istituite con legge dello Stato è attribuita alla competenza della Regione"..."la Regione determina il regime delle sue entrate fiscali (tutte) istituendo tributi propri e adottando quelli statali vigenti, facenti capo nel territorio regionale esclusivamente all'Agenzia regionale delle entrate e alla tesoreria unica regionale istituita con legge regionale."..."il Presidente della Regione può concedere l'immissione della zona franca, per il fabbisogno locale, in esenzione dai diritti di confine, dalle imposte di fabbricazione e dalle imposte erariali di consumo, di prodotti di consumo per il riequilibrio economico dei redditi locali, non chè determinate quantità di merci prodotte e/o commercializzate da imprese operanti in Sardegna ed in particolare coerenti con lo sviluppo turistico..". Naturalmente la proposta sardista prevede il perfezionamento attivo.

Il secondo successo sardista è evidenziato dal fatto che l'esperto giuridico, il politico e la pasionaria, componenti la Trimurti zonafranchista, hanno gareggiato nel proporre i termini sardisti del problema e l'articolazione della zona franca integrale presentata dai quattro mori. Quando la proposta di legge sulla zona franca (asciugata) andrà in aula sarà agevole presentare emendamenti migliorativi pescando nella proposta sardista e accontentando anche la Trimurti che sino ad ora non ha presentato uno straccio di proposta operativa e ricorrendo dovendone trattare alla sperimentata e coerente proposta sardista. Detto questo, pur non accogliendo in toto la proposta sardista, la Commissione consigliare ha fatto politicamente un ottimo lavoro che può essere migliorato con adeguati emendamenti in aula purchè non siano velleitari, tanto da far saltare l'unanimità che si spera si ripeta nel voto d'aula. La proposta che andrà in aula modifica radicalmente gli articoli 10 e 12 dello Statuto aprendo una falla gigantesca nella diga che lo Stato ha eretto contro la zona franca e la sovranità fiscale e doganale della Sardegna. La sovranità non viene restituita al 100% ma salvo calcoli più precisi quasi al 85%. Questo perché attraverso il metodo della delega di poteri, la sovranità doganale torna tutta alla Sardegna che così diventa interlocutrice prima con l'Unione europea. Potrà variare le imposte doganali dal massimo allo zero con defiscalizzazioni che riterrà più opportune. Alle defiscalizzazioni doganali si aggiungeranno quelle di imposte dirette, indirette e di altro tipo che sono ora statali e torneranno di competenza della Sardegna, secondo le quote stabilite oggi dallo statuto vigente e che sono elevatissime e aumentabili ancora con adeguato confronto con lo stato sopratutto per la loro certezza, come per l'IVA ad esempio. La Sardegna poi in aggiunta potrà defiscalizzare le imposte proprie e anche quelle derivate, cioè esatte dallo stato e destinate per ad esempio agli enti locali o altre destinazioni.

Come ben è stato fatto notare nella proposta della Commissione è scomparsa la dizione "saranno realizzati punti franchi". Se non fosse un errore sarebbe scandaloso accettarlo, e infatti andrebbe proposto un emendamento che richiamasse la proposta iniziale sardista tipo: "la Sardegna è zona franca fiscale e doganale". Rimane forse una incomprensione se non proprio una differenza sostanziale con i Bonandanti zonafranchisti con la filosofia sardista sulla zona franca, che è fatta di teoria, passione ma anche di pragmatismo e buon senso. Quello che manca invece a chi chiedendo che la Sardegna venga posta fuori dalla linea doganale europea, lo vorrebbe chiedendo velleitariamente di modificare un trattato europeo e chi invece come i sardisti lo vogliono, sin dalla proposta Melis, per cosiddetta finzione di legge. Esattamente come il 99% delle zone franche europee, siano esse fiscali e doganali o di altro genere e di qualsiasi dimensione o sulla terraferma o su isole. A mio parere questa richiesta di parificare la Sardegna a Livigno o alla Groenlandia, fa capire che i proponenti non hanno la più pallida idea di che cosa sia in realtà una zona franca e che non ne abbiano mai vista, visitata e studiata una . Questa idea , ideologista e non pratica è una vera bestialità teorica e una buffonata pratica della quale ride tutta l'Europa. Si basa sulla presunzione che in una zona fuori dalla linea doganale europea, cioè extradoganale de facto, tutto sia possibile, ove le tasse non esistono e tutti possono consumare liberamente senza gabelle ciò che vogliono come che sia un paese di Bengodi nel quale lo Stato, entro il cui territorio politico comunque rimane cesserebbe di fare leggi e controllare comunque tutto. E' una illusione non da visionari politici ma da allucinati capipopolo che si sono montati la testa. La Sardegna può benissimo essere considerata fuori dalla linea doganale europea , extradoganale fictio legis, con tutti i benefici riconducibili, senza dover chiedere una modifica del trattato europeo che è il nuovo codice doganale dell'Unione. Incaponirsi negli errori porta alla disfatta e alla rovina di una buona idea. Se non lo fanno i santoni che già in passato sono stati sbruncati dall'evaporare della minaccia millenarista di fine della zona franca il 24 giugno del 2013, con la quale avevano terrorizzato e galvanizzato legioni di crociati della zona franca, lo faccia chi crede nella zona franca e la vuole veramente e pensa con la propria testa e non vuole farsi strumentalizzare da chi ha in mente solo di come fare una lista alle prossime elezioni regionali e magari conquistare un cadreghino in regione. Per non parlare del candidato alla Presidenza che di questa lista ne vuole fare un contributo di voti importante. Ma chi minaccia vento avrà tempesta e i sardi sapranno ben scegliere sopratutto perché sono maestri in una regola:l'alternanza. Nulla di nuovo sotto il sole.

Condividi

Chirca in psdaz.net