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Storia - Le origini: dal Movimento dei Combattenti alla fondazione del Partito

Indice articoli

Le origini: dal Movimento dei Combattenti alla fondazione del Partito

 

Già nel maggio 1918, a guerra non ancora conclusa, sotto pseudonimo, Umberto Cao pubblicava l’opuscolo Per l’Autonomia!. Era il segnale che intorno all’esperienza della guerra era possibile formulare un progetto politico all’interno di una più generale questione sarda. L’organizzazione dei reduci è a Sassari sotto la guida del tenente Camillo Bellieni (e del pari grado Arnaldo Satta-Branca, figlio di Pietro, comproprietario del quotidiano La Nuova Sardegna, di impostazione democratico-repubblicana), mutilato di guerra, amico di Gaetano Salvemini. Il 16 marzo 1919 fonda a Sassari il settimanale La Voce dei Combattenti, mentre a Cagliari già dal febbraio 1918 veniva pubblicata la rivista Il Popolo Sardo; l'agosto dell'anno successivo nasce, sotto la direzione di Vitale Cao, Il Solco.

Le prime assemblee dei combattenti sardi (in collegamento con le associazioni del resto d’Italia, che al Primo Congresso Nazionale di Roma dal 22 al 27 giugno del 1919, si danno il primo programma politico, il cosiddetto Programma Zavattaro), che si svolgono a Nuoro (25 maggio 1919) dalla quale nasce la Federazione Sarda dell'Associazione Nazionale Combattenti, e a Macomer (14 settembre 1919), definiscono la struttura dell’associazione, ma soprattutto dibattono sull’eventualità di presentarsi come movimento alle elezioni politiche del 16 novembre 1919. La proposta di Emilio Lussu, eroe di guerra, capo carismatico dei reduci, di aprire il movimento a personalità esterne ai combattenti, si rivela decisiva. La lista Elmetto, porta all’elezione di tre parlamentari, Mauro Angioni, Pietro Mastino e Paolo Orano, intellettuale di origine sarda vicino alle istanze del sindacalismo rivoluzionario.

I temi programmatici della Federazione Sarda dei Combattenti, dal Primo Congresso Regionale di Nuoro, ruotano intorno alla richiesta per la Sardegna dell’autonomia amministrativa (subordinata al controllo del governo centrale). Ma già al Congresso Nazionale di Roma, Efisio Mameli (professore di Chimica all’Università di Sassari, delegato regionale dell’Associazione, fratello della madre di Italo Calvino), chiede per la Sardegna autonomia finanziaria in aggiunta all’autonomia amministrativa. L’anno seguente si celebra il Terzo Congresso Regionale dei Combattenti Sardi a Macomer (8-9 agosto), fortemente condizionato dagli strepiti dell'impresa fiumana di Gabriele D’Annunzio. Il Congresso dà alla luce la Carta di Macomer (a firma di Emilio Lussu e Lionello De Lisi; è probabile che alla stesura abbia contribuito Paolo Orano), dove viene ribadito il principio di una Sardegna assolutamente autonoma, che ritrovando in se stessa il germe di nuova vita, si costituisce federandosi a uno Stato repubblicano. In autunno in Sardegna si svolgono le elezioni provinciali: a Sassari la lista dei combattenti conquista la maggioranza, l’onorevole nuorese Pietro Mastino diventa Presidente del Consiglio (questa maggioranza non durerà però a lungo e dopo sei mesi entrerà in crisi, anche per l'ostilità di Bellieni verso la Monarchia).

Ma chi preme per un superamento della struttura associativa e una trasformazione di essa in un vero e proprio partito politico è Camillo Bellieni: “Partito e non fascio o blocco o lega perché l’organizzazione deve avere un carattere ben fermo di movimento disciplinato, ed una funzione storica, non determinata da particolari contingenze dell’ora”. Il 16 aprile del 1921 nella sala dell’ex-convento degli Scolopi di Oristano si apre il Quarto Congresso dei Combattenti Sardi. In mezzo ad alcune perplessità (tra cui quella di Lussu e del gruppo cagliaritano, non troppo convinto sulla trasformazione del movimento in partito), Bellieni propone quattro punti programmatici (Sovranità Popolare; Autonomia Amministrativa; Libertà di commercio o Autonomia Doganale; Questione Sociale) da approvare senza riserve. I documenti ricevono votazione favorevole (allorché vengono considerati in armonia con la Carta di Macomer). Il 17 aprile 1921 nasce ufficialmente il Partito Sardo d'Azione. Camillo Bellieni ne è il primo Direttore.

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