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Osservazioni al progetto per l’Impianto Solare Termodinamico da 55 MWe di Gonnosfanadiga

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Promuovere l'uso di energie rinnovabili? Spero non si riferiscano a quelle che mettono a rischio la nostra salute, quella dei nostri figli e dei nostri nipoti e che non distruggano il territorio togliendolo all'agricoltura e all'allevamento, risorse da cui la nostra economia deve ripartire.

Troppo spesso si è stati preda delle multinazionali e dei loro sporchi interessi. Ricordatevi che per un pugno di posti di lavoro non si possono trovare soluzioni che compromettono la nostra salute e il nostro patrimonio ambientale.

In merito a questo punto non nascondo la mia delusione e la mia preoccupazione perché mentre noi siamo qui a scrivere e ad inviare ulteriori osservazioni sulla realizzazione di tale impianto che confina con il nostro territorio con tutti i danni che ne possono derivare per la nostra salute, per il territorio e per l’ambiente già abbastanza inquinato secondo lo studio SENTIERI e secondo l’ISDE, il Governo di Roma con un colpo di mano ha fatto in modo che si riunissero in un unico blocco i quattro progetti presentati in precedenza singolarmente, in modo da evitare il parere della Regione e ottenere solo quello del Ministero.

Ancora uno SCHIAFFO PESANTE e l’ENNESIMA FURBATA da parte dello Stato contro tutto il POPOLO SARDO e la sua dignità. Ma c’è anche da chiedersi cosa ne pensa mamma Regione, continuerà ad esprimere parere negativo o come ha fatto per l’inceneritore di Tossilo (chissà?) adotterà una delibera che darà parere positivo?

Se è così che “IL FUTURO COMINCIA DOMANI” stiamo freschi. Non vorrei che il parere da negativo diventasse positivo con la scusa che, come dice il Presidente della Regione “NON SI TRATTA DI UN ATTO POLITICO MA DI UN PASSAGGIO TECNICO” dimenticando che il dovere della politica è quello di prendere decisioni nell’interesse dei cittadini anche in merito alla tutela ambientale e alla difesa della salute e non quello di favorire le lobbies finanziarie speculative.

C’è da dire che oggi nell’intento di perseguire gli obiettivi fissati dalle Direttive europee in materia di energie rinnovabili si stiano incentivando questi impianti industriali per la produzione di energia elettrica, che, oltre al rilevante impatto ambientale, determinano la distruzione di aree a vocazione agricola.

La stessa Commissione di esperti indipendenti nominata dal Parlamento federale tedesco ha rilevato che“l'incentivazione delle FER tedesche non è uno strumento efficace per la salvaguardia del clima, non è economicamente efficiente, né ha avuto un effetto positivo sull'innovazione.

Tutti gli studi fatti su tali impianti (prima ad occuparsene ENEA) hanno espressamente raccomandato per la loro ubicazione di individuare aree che fossero ubicate in siti industriali o dismessi, a causa del devastante impatto ambientale causato da tali impianti.

La Conferenza Unificata, ha definito le Linee Guida per il procedimento di autorizzazione alla realizzazione di tali impianti, approvate poi col D.M. 219/2010, con le quali sono stati dettati chiari vincoli per un corretto inserimento degli impianti nel paesaggio e nel territorio, stabilendo una serie irrinunciabile di fattori quali la buona progettazione degli impianti con soluzioni innovative, il coinvolgimento dei cittadini, il riutilizzo di aree degradate e il minore consumo di suolo. Tutto questo è stato rispettato?

Non mi pare. Pertanto le osservazioni dovranno riguardare i seguenti punti: Ubicazione dell’impianto. “Possono essere utilizzati terreni agricoli per localizzare tali impianti solo quando questi nascono per soddisfare principalmente il fabbisogno energetico delle attività agricole presenti in loco e comunque sempre nel rispetto di determinate condizioni: il paesaggio, il territorio in cui esso è ubicato, il consumo di suolo e non ultimo per importanza il coinvolgimento della comunità residente.

Fattori che al momento non sembrerebbero rispettati dall’impianto che si intenderebbe realizzare. Piano urbanistico comunale. Se l’impianto che si intende realizzare è di tipo industriale e l’area in cui si vuole localizzare è zona

E sarà necessaria una variante al piano urbanistico, visto che “Secondo un indirizzo giurisprudenziale costante, nelle zone agricole “E” degli strumenti urbanistici comunali, possono essere autorizzati soltanto interventi relativi ad attività agricole e/o strettamente connesse, non attività di produzione energetica di tipo industriale, (scollegata– come quella in progetto – dalle attività agricole in esercizio nel sito”).

Attività agricola. La sottrazione di aree all’uso agricolo sarebbe un danno allo sviluppo economico. Impatto paesaggistico. Il progetto in esame potrebbe portare il radicale stravolgimento del paesaggio e del suolo agricolo interessati.

Uso del suolo. I lavori per la realizzazione della centrale potrebbero compromettere le caratteristiche pedologiche dei terreni. Fabbrisogno energetico. E’ evidente che in Sardegna si produca energia elettrica più di quanto se ne consumi. Piano energetico regionale .

Opere civili. Sarà possibile prevedere un ripristino delle aree? Rischio ambientale. Il timore maggiore è legato alle emissioni in atmosfera di anidride carbonica e a un’alterazione del microclima territoriale. Fattori di impatto negativo.

Ci sarà poi un incremento del consumo idrico che potrebbe compromettere le falde. Per tutti questi validi motivi questo progetto non va realizzato.

 

Amalia Collu - Capogruppo PSd'Az - Comune di Guspini

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