Alla Presentazione dell’opera “Letteratura e Civiltà della Sardegna” del Prof. Francesco Casula
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- Scritto da Guido Sattitzu
Ieri sono intervenuto volentieri a questa iniziativa, patrocinata dall'Assessorato alla p.i. Cultura e Valorizzazione Lingua Sarda del Comune di Quartu S.E., perché l’opera del prof. Francesco Casula merita tutta la nostra attenzione e tutto il nostro rispetto.
Non sta a me giudicare i contenuti scientifici di un’opera vasta e documentata come Lingua e letteratura in Sardegna, ma posso senza dubbio dire che questi volumi rappresentano un valido contributo al tentativo, assai difficile, di veicolare il nostro ricchissimo patrimonio culturale.
La Sardegna è assente non solo nei libri di storia, non solo nei programmi, ma anche nelle storie della letteratura. Ed è assente perché un popolo che recuperi la memoria e coltivi l’orgoglio identitario è un popolo pericoloso.
Solo i popoli che hanno la cultura delle radici possono aspirare a governarsi da sé, e la Sardegna è da secoli ormai colonizzata non solo politicamente, ma soprattutto sul piano culturale.
La lingua è vissuta come prodotto del sottosviluppo, le tradizioni popolari sono veicolate come folklore, i prodotti culturali della nostra storia materiale e intellettuale sono ridotti al silenzio quando non addirittura violentati.
La nostra storia è strategicamente esclusa dai programmi curricolari, e una delle prove di quanto affermo è riassunta nel fatto che pochissimi giovani sanno chi era Angioy nemmeno un eroe della nostra storia nazionale come Angioy è conosciuto e venerato come Pasquale Paoli in Corsica.
Sa “Die” è stata fatta morire e tradita nella sua missione di festa del popolo sardo.
Non voglio anticipare posizioni politiche, ma questa Regione è latitante proprio sul versante più critico relativo alla valorizzazione e alla promozione della lingua e della cultura sarda.
Ben vengano allora iniziative come questa, e ben vengano le discussioni su temi controcorrente come questi.
Il Prof. Casula è certamente simbolo di serietà e competenza, e la sua storia decennale di attento studioso della nostra cultura è un valore aggiunto che la nostra amministrazione ha riconosciuto.
L’augurio di questo Assessorato, attivamente impegnato in questa operazione, è che con opere come questa siano finalmente patrimonio collettivo dei sardi, a iniziare dalle scuole, perché la nostra identità non può essere cancellata per decreto ministeriale.
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