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Giochi d'azzardo e ludopatie: Sarritzu (Psd’az), «Occorre una legge che dia più poteri ai comuni»

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«E’ urgente una regolamentazione normativa sul gioco d’azzardo che dia più poteri ai sindaci: occorre una legge nazionale che stabilisca criteri uniformi per tutti i comuni, e sarebbe auspicabile che i deputati sardi si impegnassero in questo senso» l'assessore alla Pubblica istruzione e Cultura Guido Sarritzu riassume così la propria posizione a chiusura del convegno “Azzardo: non chiamiamolo gioco” tenutosi questa sera a Quartu.

Quella delle cosiddette ludopatie è una vera e propria piaga sociale, che solo in tempi recenti è stata riconosciuta anche dall'opinione pubblica come una patologia nell'ambito delle cosiddette “dipendenze comportamentali". Promosso dal Comune di Quartu Sant’Elena e Asl 8 Cagliari, il convegno ha visto come relatori il dottor Antonio Canu (dirigente medico della Asl 8 Cagliari) e il procuratore Antimafia della Repubblica Paolo De Angelis, assieme ad altri qualificati interventi di psichiatri e psicologi.

«La ludopatia è un male subdolo perché difficilmente trova una condanna sociale e culturale o viene avvertita immediatamente come una condizione di rischio.

Non aiuta sicuramente la grande diffusione di gratta e vinci e slot machine. In questo modo, e non senza ipocrisia, il gioco d'azzardo viene proposto come un normale svago o un innocuo passatempo».

«Le ricadute sociali e culturali di queste patologie - prosegue Sarritzu - sono devastanti. Ma molto resta ancora da fare per sensibilizzare su questo problema, che coinvolge adulti e giovani.

Questi ultimi sono particolarmente esposti: i dati sulla diffusione della dipendenza da gioco d'azzardo tra gli adolescenti sono francamente allarmanti, ed è un fenomeno in continua crescita. L'attuale, lunga fase di crisi economica poi non allontana i soggetti più fragili dalla tentazione di giocare d'azzardo.

Al contrario, l'illusione di un arricchimento facile e immediato, e il desiderio di sfuggire ai problemi e alla depressione, sono spesso il primo passo che conduce dentro al tunnel».

Ma quali sono le soluzioni possibili? «Occorre innanzitutto potenziare le strutture del Serd, attualmente ospitate in locali non idonei che limitano gli interventi di prevenzione e cura.

A questo riguardo, la terza città della Sardegna merita sicuramente più attenzione da parte dell'Asl».

Ma soprattutto, aggiunge, «lo Stato deve farsi carico del problema, intervenendo con leggi idonee ad arginare questi fenomeni anziché curarsi solo del gettito fiscale che ricava dal gioco d'azzardo».

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