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Il Psd’az di Quartu S.E. chiede maggiori controlli sulle attività commerciali cinesi

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“In un periodo di grave crisi economica, durante il quale molte attività hanno chiuso i battenti ed altrettante rischiano di chiuderli, assistiamo anche nella nostra città alla proliferazione di attività commerciali gestite da cittadini cinesi, che hanno avuto gli onori della cronaca locale e italiana in ragione di sequestri di materiale ritenuto nocivo e quindi pericoloso per la salute delle persone e di condizioni di lavoro che non rispettano le più elementari normative in materia”.

Questo l’esordio dell’interrogazione del Capogruppo Psd’az in Consiglio comunale a Quartu S.E., Federica Angius, che ha invitato il Sindaco e l’Amministrazione a intervenire nei confronti delle attività gestite dai esercenti cinesi affinché sia verificata la regolarità “con le necessarie autorizzazioni, il pagamento delle tasse e la conformità dei prodotti venduti, anche attraverso opportuni controlli da parte della guardia di Finanza e della ASL, ed anche che le normative in materia di lavoro, sanità, sicurezza e fiscalità siano davvero rispettate, onde prevenire situazioni già verificatesi in altre zone della Sardegna e del continente”.

L’interrogazione sardista ricorda che a Quartu Sant’Elena i residenti di nazionalità cinese sono 129 e gestiscono un totale di 29 attività commerciali di cui 5 attività di somministrazione: Bar - ristorante – parrucchiera.

“La nostra iniziativa vuole tutelare l’economia locale e il patrimonio storico e culturale della città, rappresentato anche dalle attività commerciali storiche e i nostri cittadini – prosegue Federica Angius – e chiediamo perciò di riscontrare la regolarità delle attività commerciali e dei prodotti venduti dai commercianti cinesi, accompagnando tale verifica ad opportuni controlli sugli aspetti contributivi e fiscali, nonché all’accertamento della provenienza del denaro per l’apertura e/o l’acquisizione di dette attività commerciali”.

L’esponente dei quattro mori in consiglio comunale si riferisce soprattutto alla sleale concorrenza che rischia di mettere in ginocchio le altre attività presenti sul territorio quartese: “buona parte di queste attività, si sono affermate, come spesso riportano le notizie di cronaca, eludendo gli obblighi fiscali e contributivi e aggirando le norme in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro – spiega Federica Angius – contraddistinguendosi sistematicamente per il non rispetto dei più elementari diritti dei lavoratori occupati, ed attivando di fatto una forma di dumping economico che ha alterato il regime di leale concorrenza con gli artigiani e commercianti locali”.

Per la Capogruppo Angius “sarebbe perciò interessante comprendere anche l’origine dell’elevata disponibilità di fondi da parte di questi imprenditori cinesi per l’acquisto di locali e l’apertura delle attività, ed altresì, se queste stesse attività, alla pari delle altre, pagano regolarmente le imposte comunali TOSAP, tassa insegne pubblicitarie e occupazione suolo pubblico, posto che questo non è un problema che riguarda soltanto la terza città della Sardegna e che perciò vuole essere una sorta di apripista per sollecitare controlli adeguati ed accurati in tutto il territorio dell’Isola“.

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