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Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Federica Angius (Psd’az): Basta proclami, servono azioni concrete e maggiori risorse

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In occasione del 25 novembre proclamata nel 1999 dall’Onu “Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, alcune brevi considerazioni di Federica Angius, Capogruppo Psd’Az e Presidente Commissione Pari Opportunità del Consiglio comunale di Quartu S.E.

"La prevenzione e il contrasto del fenomeno della violenza e degli atti persecutori rappresentano,  delle tematiche particolarmente sentite che richiedono, per essere affrontate in maniera efficace, delle strategie condivise e adeguate risorse, tese a prevenire e contrastare il fenomeno.

Purtroppo, nonostante le iniziative legislative e le campagne informative, continuano a registrarsi dati drammatici, di seguito sono riportati i dati della prima indagine nazionale sui costi economici e sociali della violenza sulle donne, realizzata da Intervita onlus con il patrocinio del Dipartimento per le Pari opportunità.

“Tra spese sanitarie e costi sociali, l’esborso per la collettività è pari a circa 1,7 miliardi di euro. Se poi a questa cifra si aggiungono i costi del lavoro per mancata produttività, pari a 604 milioni, si arriva a 2,3 miliardi. A fronte di tutto questo, per le iniziative di prevenzione al fenomeno si investono soltanto 6,3 milioni. Altro dato emerso dalla ricerca, quello relativo ai danni fisici, morali e psicologici: se tutte le donne vittime di violenza denunciassero i propri aggressori, spetterebbe loro un risarcimento pari a 14,3 miliardi di euro all’anno.

I costi relativi alla sanità, ai servizi, ma anche alla mancata produttività, invece, sono pari a 2,3 miliardi di euro. Nel dettaglio, le spese sanitarie – tra pronto soccorso, ospedalizzazione e cure specialistiche – ammontano a 460,4 milioni di euro, mentre le cure psicologiche a 158,7 milioni di euro e l’acquisto di farmaci a 44,5 milioni di euro. Ma queste cifre sarebbero notevolmente superiori se tutte le donne andassero in ospedale: secondo i dati forniti dalla ricerca, solo il 3% delle vittime di violenza decidono di farsi medicare. A queste cifre vanno sommati i 235,7 milioni relativi all’impegno delle forze dell’ordine, dalle denunce alle investigazioni fino alla trasmissione dei casi all’autorità giudiziaria. E ancora, i costi sostenuti dall’ordinamento giudiziario per la gestione delle denunce di violenza sulle donne sono pari a 421,3 milioni, mentre le spese legali si attestano a 289,9 milioni. Infine, nel conteggio rientra l’assistenza delle vittime e dei familiari come i servizi sociali (154,6 milioni di euro) e dei centri antiviolenza (7,8 milioni di euro). La mancata produttività, invece, è stata stimata in 604,1 milioni di euro.”

All’Amministrazione comunale chiediamo di intervenire al più presto, (già in fase di predisposizione del bilancio),  supportando e potenziando, anche e soprattutto economicamente, l’attività delle associazioni e dei centri antiviolenza che già operano con grande competenza e sensibilità sul territorio, non solo, occorre incentivare  le nuove generazioni per una nuova cultura tesa ad aiutare e rispettare le donne.

Un fenomeno quello della violenza sulle donne che ha ormai assunto dimensioni preoccupanti e la situazione è del tutto fuori controllo.

Occorrono interventi concreti da parte dei Comuni, delle Regioni, delle ASL , non basta ricordare il 25 novembre come la Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, organizzando qualche piccolo convegno o manifestazione fine a se stessa, che si concludono con dichiarazioni di buone intenzioni, le donne vanno ricordate tutti i giorni.

Convegni,  in molti casi finalizzati soltanto all’esclusivo marketing politico dell’Amministrazione o dell’Assessore di turno, occorre concretezza nelle azioni, con  un lavoro di rieducazione che parta dalle scuole, e prosegua con una scrupolosa campagna di sensibilizzazione, investendo risorse per i centri e servizi connessi che garantiscano la prevenzione e/o la tutela delle donne vittime di violenza".

 

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