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Liberalizzazioni: no a scorie nucleari in Sardegna

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“Il Governo Monti si occupa di scorie radioattive e torna il pericolo del loro stoccaggio in Sardegna nonostante l’esito del referendum del 15 – 16 maggio 2011 che ha bocciato nettamente qualunque ipotesi di centrali e depositi di scorie nucleari in Sardegna”. Lo ha dichiarato il Segretario Nazionale del Psd’az Giovanni Angelo Colli, chiedendo la cancellazione dell'art. 24 del Decreto Legge N. 1 del 2012: "Si tratta di un articolo, che contiene nuove disposizioni per l'accelerazione delle attività di disattivazione e smantellamento dei siti nucleari, ma che rende di fatto onnipotente la Società gestione impianti nucleari (Sogin) – precisa il Segretario sardista – che una volta ottenuto il benestare del ministero dello sviluppo economico, potrà installare dove vorrà i depositi per le scorie”. Il riferimento è in particolare al comma 4 dell’articolo 24 che prevede che le autorizzazioni rilasciate dal ministero valgano anche quale dichiarazione di pubblica utilità, indifferibilità ed urgenza, costituiscono varianti agli strumenti urbanistici e sostituiscono ogni provvedimento amministrativo, autorizzazione, concessione, licenza, nulla osta, atto di assenso e atto amministrativo comunque denominati e previsti dalle norme vigenti, costituendo titolo alla esecuzione delle opere. “Si tratta di una disposizione inaccettabile – prosegue il segretario sardista – i cui effetti nefasti non sono per nulla scongiurati dal fatto che si preveda l'obbligo di richiedere il parere della regione e dei comuni interessati; pareri che infatti, sono qualificati come obbligatori ma non vincolanti, con la conseguenza che i siti potranno essere realizzati anche contro il volere delle popolazioni interessate”. Secondo Colli “ampliare in questo modo i poteri del governo italiano e della Sogin rappresenta un pericolo per la Sardegna che è notoriamente da sempre considerata un luogo ideale per i siti di stoccaggio delle scorie radioattive. Attendiamo perciò una dura presa di posizione dei parlamentari eletti in Sardegna affinché questa norma decada in sede di conversione in legge e ci auguriamo che il governo italiano prenda atto, una volta per tutte, che senza il consenso dei sardi non potrà mai esserci alcun deposito di scorie nucleari nella nostra Isola”.

 

 

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