Il significato politico attuale della parola “Indipendenza”... ed un appello rivolto ai Sardisti

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Leggo l'Art. 1 dello Statuto del Partito Sardo d'Azione che recita:

Il “Partidu Sardu – Partito Sardo d’Azione” è la libera associazione di coloro che si propongono, attraverso l’azione politica, di affermare la sovranità del popolo sardo sul proprio territorio, e di condurre la Nazione Sarda all’indipendenza.

Due parole sono la chiave di tutto: "Sovranità  e Indipendenza", ed io mi pongo naturalmente la domanda di cosa significhino oggi questi termini.

Queste sono le domande che si devono porre i sardisti militanti perché le risposte devono essere direttamente proporzionali alla nostra credibilità, e il Popolo sardo vuole risposte convincenti e chiare proprio adesso.

Oggi, sia per i terremoti della stabilità internazionali, sia per il terrorismo, per la difficile convivenza tra civiltà e religioni, sia per le gravi condizioni economiche di tante famiglie sarde, sia per un arretramento culturale e scientifico che rende problematica ogni iniziativa economica, la nostra azione politica deve essere incisiva e condivisa.

Mai come ora vi è la possibilità di affermare ciò che ci proponiamo con l'Art.1.

Dagli enunciati romantici dobbiamo passare alle proposte comprensibili a tutti indicando obiettivi politici facilmente e irrevocabilmente concretizzabili.

Sovranità e Indipendenza sono termini complementari perché l'uno non può escludere l'altro. La sovranità è l'espressione della somma dei poteri di governo riconosciuta a un soggetto di Stato. L'indipendenza è la situazione in cui un Paese non è sottomesso all'autorità di un altro paese.

L'indipendenza può essere lo status iniziale di una nazione ma è spesso un'emancipazione da un potere come ad esempio il colonialismo. Il percorso che inizia con la costruzione dell'indipendenza porta alla sovranità che va costruita e guadagnata attraverso lotte politiche e conquiste economiche. La sovranità deriva dall'indipendenza, e l'una non esiste senza l'altra.

Quando fu postulato lo Statuto del Partito il mondo era diverso e allora nessuno avrebbe immaginato la realtà di oggi.

Attualmente l'azione politica sardista - consapevoli del ruolo storico che il Partito ricopre - deve indicare i passaggi necessari per compiere l'indipendenza rafforzando la sovranità. Inutile sparare e urlare al mondo il termine “Indipendenza” senza indicare a chi chiediamo il consenso elettorale, il percorso economico, politico, sociale che crediamo sia il più veloce e sicuro per arrivare al risultato.

Se non indicassimo perciò quello che abbiamo in progetto di fare e conquistare, saremo soltanto dei folli idealisti. 

Intorno al termine “Indipendenza” c'è stata tanta follia e tanta immaginazione fertile, ma aldilà del coinvolgimento emotivo, nessuna variazione dello Stato di dipendenza pesante da uno stato sovrano. 

Abbiamo visto quasi Stati, come la Scozia e la Catalogna, affrontare referendum e -anche se persi per un soffio - dal giorno dopo continuare la lotta costruendo e rafforzando ciò che era stato costruito.

Anche in Sardegna gli animi si sono infiammati per l'idea di un referendum sull’Indipendenza, perché paragonarci agli altri è stato un attimo.

Ma purtroppo la nostra realtà è molto lontana dalle condizioni di chiedere un qualsiasi referendum; le situazione generale sarda, ad iniziare dai Trasporti all'agricoltura, per poi discendere all'industria, senza dimenticare il malessere delle nostre città, non lascia molto spazio a fantasie indipendentiste.

Amaramente bisogna constatare che la nostra situazione economica è da paese totalmente assistito.

La stragrande maggioranza delle forze di lavoro sarde è dipendente pubblico, o ha a che fare col pubblico per indotto; un enorme numero di persone sopravvive alla tragica realtà, asservendo la nostra condizione ogni momento di più.

L'indipendenza la si costruisce giorno dopo giorno individuando gli ostacoli economici, amministrativi e burocratici che si oppongono al progetto.

I sardi sognano l'indipendenza (cioè, tagliare i legami con chi ci opprime) ma sono molto diffidenti e non credono a chi urla senza contenuti.

Perciò, la sostenibilità economica che si basa e si regge su attività che distribuiscono la ricchezza da produrre, l'ordinamento statuale e le leggi burocratiche sono argomenti che sarebbe urgente affrontare subito.

Da molto tempo, a partire dagli ultimi 15-20 anni, ho visto Segretari e dirigenti occuparsi di tante cose prevalentemente personali, ma mai affrontare questi argomenti.

Argomenti vitali e strategici che sono alla base di ogni economia e di ogni progetto politico serio.

Perciò, concludo con un appello rivolto a qualche sardista in particolare: Invece di limitarci a criticare il Segretario, perché non approfittiamo meglio del Consiglio Nazionale per iniziare una lunga e costruttiva disamina di ciò che si oppone alla nostra indipendenza?

Forza Paris!

 

Antonio Delitala – Consigliere Nazionale ed Ex Segretario Nazionale PSd’Az