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Non esiste traversia per quanto sofferta che non possa trasformarsi in occasione di rinascita

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Cari amici sardisti,

vi scrivo per sottoporre alla vostra attenzione una risoluzione politica che credo possa dare un forte impulso al rinnovamento del Partito e soprattutto concorrere in modo decisivo a una causa di interesse generale. La risoluzione di cui dirò in questa lettera dà seguito al percorso a cui mi invitaste a concorrere nel marzo del 2015 e che nel Congresso Nazionale dello stesso anno ci portò alla decisione sostanzialmente unanime di promuovere il dialogo con le formazioni politiche che compongono la vasta area indipendentista, elaborare assieme un condiviso progetto di cambiamento della Sardegna e convergere in un fronte comune.

Dopo che pervenimmo a definire i nuovi organi dirigenziali quel percorso si è progressivamente arrestato. Nonostante le attese e le condivise aspirazioni il Partito è ancora chiuso in sé stesso e privo di fiducia nelle proprie ragioni, non riesce a mobilitarsi e dare le necessarie risposte al disperato bisogno di cambiamento che emerge ovunque, resta esposto alla tentazione di deviare dagli obiettivi più importanti per trattare piccoli spazi di governo.

So che qualcuno tra voi può giudicare severo il mio giudizio, ma nello stesso momento in cui lo formulo voglio ribadire che non esiste traversia per quanto sofferta che non possa trasformarsi in occasione di rinascita.

Nel corso della sua lunga vita il Partito ha superato molte tempeste, ha conosciuto vittorie e sconfitte e si è spesso diviso, ma ha sempre trovato la forza per reagire perché gli ideali che stanno al fondamento della sua esistenza sono irrinunciabili. Anche il fatto che altre forze politiche si siano avvalse dei nostri valori è in definitiva un bene, perché ha permesso al sardismo di trovare altri interpreti e di crescere. La maggior parte di coloro che oggi si adoperano in formazioni politiche idealmente vicine alla nostra hanno in fondo i nostri stessi Padri. Noi dobbiamo riconoscere loro di essere nostri fratelli e fare in modo che nell’azione prevalgano le ragioni comuni.

La prima condizione affinché questo sia possibile è che il Partito ritrovi la propria anima e la propria originaria vocazione.

Questa presa di coscienza spetta in primo luogo a chi fino ad oggi ha avuto il merito di restare nel Partito, di avere mantenuto vivo un fuoco e di avere custodito la Storia e i simboli anche nei momenti più difficili. Ma può essere compiuta con successo solo attraverso il più ampio concorso di coloro che anche fuori dal Partito sono stati e continuano a essere ineludibili testimoni e protagonisti di una Storia condivisa.

Per superare ogni trascorsa vicissitudine il Partito Sardo d’Azione deve produrre una risoluzione che abbia il rilievo e il valore di un atto di ricostituzione. Deve aprirsi a tutti coloro che a ragione o a torto se ne sono andati o sono stati espulsi, a chiunque condivida i nostri sentimenti pur avendo fino ad oggi dato il proprio apporto ad altre formazioni politiche e a tutti i sardi che trepidano per i destini della Sardegna. Accogliendo tutti come se fossero sempre stati con noi, con le nostre stesse responsabilità e uguale diritto di concorrere alla ricostituzione, sarà possibile convenire un nuovo Manifesto politico che ristabilisca valori, obiettivi e linee d’azione e quanto prima pervenire a un Congresso straordinario in cui eleggere nuovi organi dirigenziali a cui tutti possano candidarsi. A questo modo il Partito può risorgere. E con nuove forze vitali riprendere la battaglia per il riscatto della nostra terra.

Fortza Paris

Giovanni Columbu

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