D.L. Riordino autonomie locali: gli emendamenti sardisti determinanti per il rinvio in commissione

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Il Consiglio regionale ha rinviato alla Prima Commissione Autonomia e ordinamento regionale, convocata per lunedì 21 dicembre 2015 alle ore 15,30, l’esame degli emendamenti presentati in Aula del DL 176/A (Riordino sistema delle autonomie locali).

Si tratta del prevedibile epilogo della seduta pomeridiana del Consiglio regionale di Mercoledì 16 dicembre 2015, peraltro già annunciato dalla valanga di emendamenti presentati sul testo – fra i quali ben 1200 a firma del Segretario nazionale Psd’az, On. Christian Solinas – nella quale l'esame degli emendamenti al disegno di legge proposto dalla Giunta regionale non è andato oltre l’Art. 1.

Lo strumento parlamentare a disposizione delle minoranze che il Psd’az ha ritenuto di utilizzare costruttivamente ed in maniera positiva, ha dunque sortito l’effetto previsto, contribuendo in maniera determinante a riportare la maggioranza e la stessa Giunta regionale ad un ulteriore momento di confronto e di riflessione su una riforma fondamentale del sistema delle autonomie locali, che sarà indubbiamente determinante anche per il futuro della Sardegna.

“Un argomento complesso che determinerà la sopravvivenza o meno di intere comunità locali e che perciò non si poteva affrontare con la fretta o sotto la minaccia di una chiusura anticipata della legislatura – ha commentato il Segretario nazionale Psd’az Solinas – soprattutto poiché dalla proposta della Giunta emergeva l'assenza di un' idea complessiva di Sardegna, che rischiava di alimentare la rottura della pacifica convivenza civile col riemergere dei contrasti tra centro e periferie, tra nord e sud, tra città e campagna, tra zone interne e zone costiere".

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Di sotto uno stralcio del resoconto della CXXXI Seduta Pomeridiana di Mercoledì 16 dicembre 2015, pubblicato sul sito ufficiale del Consiglio regionale, che riporta le dichiarazioni di voto di diversi Consiglieri sull'emendamento Solinas C. all'emendamento numero 2298

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PRESIDENTE. Metto ora in votazione l'emendamento all'emendamento numero 2298.

Ha domandato di parlare il consigliere Ignazio Locci per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LOCCI IGNAZIO (FI). Voto favorevolmente all'emendamento del collega Solinas, ma è assolutamente importante riprendere tutti quei concetti che sono stati fino adesso solamente sfiorati, rispetto al fatto che i comuni perderanno completamente le loro funzioni. Cioè, noi qui stiamo abdicando alle nostre potestà primarie, state svuotando di competenze i comuni applicando delle leggi nazionali che hanno solo come unico obiettivo quello di ridurre la spesa senza nemmeno verificare dove, come, quando e perché ma semplicemente distruggendo tutta l'orchestra che ha disegnato il collega Sabatini, senza nemmeno porsi il problema. Ridurre, chiudere, tagliare, questo è il motivo più importante e principale e incedente di questa legge di riordino. Lo vedremo anche dopo quando sarà chiaro a tutti, nel prosieguo della discussione, ma già quando vedremo poi le definizioni di questo disegno di legge, quando sarà chiaro a tutti che quelle che voi avevate inizialmente disegnato quali città medie, di fatto, scompariranno dal panorama, dal loro ruolo, non potranno più bandire neanche una gara, andate a dirlo ai sindaci di Carbonia, di Iglesias, di Lanusei, di Tempio eccetera eccetera che non potranno più bandire una gara, che non potranno più coordinare le politiche nell'area vasta. Andate a spiegarlo a questi sindaci e ai loro cittadini, anche adesso che andiamo incontro a questa tornata elettorale di primavera. Bene, state scegliendo proprio di svuotare delle loro ragioni di esistenza i comuni ma, soprattutto, questa sarà una riforma che si calerà come una durlindana sui servizi per i cittadini. Lo vedremo quando sarà il momento del dimensionamento scolastico, quando sarà il momento di capire se i comuni saranno in grado di garantire le mense scolastiche, se saranno in grado di garantire il trasporto scolastico, lo vedremo con queste logiche di area vasta, di unioni, di svuotamento di funzioni che fine farà. Aumenterete ancora di più la conflittualità e questo sarà da qui al prossimo futuro l'unica cosa di cui ci dovremmo preoccupare: tentare di lenire ferite nei nostri paesi, nei nostri comuni di residenza, e dire guardate noi non ci possiamo fare niente. E noi tranquillamente potremo scaricare la responsabilità sulla maggioranza di ora.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Stefano Tunis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

TUNIS STEFANO (FI). È pregevolissima la stesura di questo nuovo articolo 1 dalla quale dovrebbero i colleghi della maggioranza prendere esempio, è un articolo asciutto, essenziale, migliore di quello proposto dalla maggioranza nel suo emendamento sostitutivo che noi vorremmo cassare. Questo perché richiama è essenzialmente quelli che sono, in questo momento, i compiti che un comune deve svolgere. E che a causa della vostra riforma, a partire dalle prossime settimane, anzi dai prossimi mesi, non potrà svolgere. E perderà non solo la competenza ma perderà anche il contatto diretto con quei cittadini, che fino a questo momento, hanno trovato in quell'ente locale il presidio della democrazia, della legalità, della civiltà. Io devo dire, a volte, forse, non so se ho esagerato, però qualche volta vi ho definito dei barbari, qualcuno di voi lo ricorderà, cancellare il nostro sistema istituzionale e il collegamento che c'è tra il sistema istituzionale e il corpo elettorale, politicamente parlando, è un crimine. A tutti gli effetti voi state sancendo, come vedremo più avanti, l'obbligatorietà dell'adesione all'unione dei comuni, state di fatto eliminando questa istituzione alla quale sono deputati dei compiti essenziali nei confronti della nostra comunità. È archeologia della teoria degli enti locali tutto ciò che è alla base di questa norma. Negli anni 90 si poteva ipotizzare dell'ente locale che avesse come scopo principale quello di produrre economie di scala, è il passato, è obsoleto, oggi l'ente locale è il luogo in cui devono essere deve essere promosso l'incontro tra i portatori d'interesse e deve essere il luogo in cui si partecipa alla formazione della decisione. Voi state prendendo la formazione della decisione e la state collocando fisicamente da un'altra parte, ben lontano da quei cittadini che dovrebbero invece essere coloro che partecipano alla formazione di questa decisione. Tornate indietro, colleghi, leggete questo emendamento ben fatto e vi ritroverete lo spirito che deve essere quello che viene condotto all'interno di questa norma.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Michele Cossa per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

COSSA MICHELE (Riformatori Sardi). L'emendamento proposto dal collega Solinas ha un pregio che è quello di sintetizzare, di sfrondare da un po' di fronzoli l'articolo 1 e di racchiudere in un unico comma quello che il collega Pittalis in un suo precedente intervento ha chiamato "il biglietto da visita di questa legge". Io credo che vada nel senso che tutti quanti dovremmo auspicare, di racchiudere le disposizioni normative nelle cose essenziali, eppure di esprimere una serie di concetti forti. Intanto, si richiama unicamente allo Statuto, e io credo che questa sia una cosa da valorizzare, mettendo in evidenza tutta una serie di aspetti che francamente mi sembrano ridondanti nel testo dell'emendamento, che introduce una serie di petizioni di principio che sembrano più che altro venire incontro, sempre in termini di principio ma con scarse ricadute pratiche, a tante rivendicazioni che sono emerse durante gli accalorati dibattiti di questi mesi, senza poi però che ci siano quelle ricadute pratiche che invece sarebbero auspicabili. Vedremo nel prosieguo del provvedimento che il testo è infarcito di tutta una serie di complicazioni che sono l'esatto contrario di quello che auspicava l'assessore Erriu quando è intervenuto prima invocando un sistema più semplice, più lineare e più comprensibile.

Con l'idea di accontentare tutti la maggioranza si è avviata nella strada di scontentare tutti, di non accontentare nessuno, per di più introducendo elementi di peggioramento del sistema notevoli, ma questi li sottolineeremo man mano che si svilupperà il dibattito su questa legge.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giuseppe Fasolino per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

FASOLINO GIUSEPPE (FI). Si vede dagli interventi dei sindaci la preoccupazione, dei sindaci che hanno interesse maggiore a difendere il proprio territorio rispetto a quello di difendere la maglietta che portano addosso, e stiamo veramente peggiorando una riforma nel tentativo di sistemarla per accontentare le esigenze di uno piuttosto che di un altro sindaco, per cercare di dare forza magari all'ANCI. Si sta veramente cercando di fare un disastro, più andiamo avanti e più aumentano gli enti, infatti abbiamo: la città metropolitana, adesso nasce l'area metropolitana, poi c'è l'unione di comuni, poi c'è l'area strategica, poi ci sono le città medie, c'è anche la rete urbana e la rete metropolitana e alla fine di tutto questo ci sono i comuni; tranne che per le città metropolitane dove le risorse sono dirette, le altre risorse sono da dividere tra tutti questi enti fino ad arrivare all'ultimo, cioè i comuni, a cui non rimarrà più niente. Riflettete su questo, noi capiamo che questa riforma si deve fare, si deve fare ma è sbagliata la strada che state percorrendo, fermatevi un attimo; secondo me neanche voi, come molti sindaci sino ad oggi, e qualcuno invece lo vedrà in futuro, avete capito bene che cosa state facendo, il dramma di quello che sarà il risultato. Sarebbe veramente meglio tornare alla riforma che aveva presentato la Giunta piuttosto che fare tutti questi pasticci, quanto meno la riforma che aveva presentato l'Assessore aveva un'idea, questa invece parte da quell'idea per poi arrivare ad accontentare tutti e scontenta invece tutti, creando un danno ai territori che voi non riuscite in questo momento a calcolare ma che è inestimabile.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Oscar Cherchi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CHERCHI OSCAR (FI). Il mio voto è sicuramente favorevole. In prima analisi, così come hanno fatto tutti i colleghi che mi hanno preceduto, bisogna riconoscere che l'onorevole Christian Solinas qui ha centrato in pieno l'obiettivo, ha cioè dimostrato come, con un semplice comma tecnicamente bene impostato con una chiarezza legislativa che raramente vediamo all'interno di quest'aula, ha smontato completamente sia l'articolo uno presente nella proposta di legge che è entrata in aula da stata esitata dalla commissione, sia da quell'emendamento numero 1947 che stiamo cercando di modificare e che, anziché migliorare, peggiora sicuramente la situazione. Perché dico che ha centrato l'obiettivo (ma lo hanno fatto anche i colleghi Truzzu e Lampis nell'emendamento 2299, e quando lo discuteremo entrerò nel merito anche di quello)? Perché con parole chiare ma soprattutto con un obiettivo è un'idea chiara di che cosa deve essere questa riforma degli enti locali, ha individuato quale deve essere realmente il vero processo di riordino del territorio regionale, individuando esattamente quali devono essere le dimensioni ottimali che sono necessarie per esercitare tutte quelle funzioni amministrative che sono il vero problema è che sono la vera preoccupazione che tutti i sindaci della Sardegna hanno sollevato. Definendo, quindi, un assetto delle forme associative, stabilendo quindi esattamente come devono essere individuate le associazioni tra Comuni, è la stessa riorganizzazione delle funzioni amministrative, che hanno un chiaro obiettivo, quello di valorizzare un sistema policentrico che deve naturalmente favorire la coesione tra le istituzioni, cioè il rapporto tra Regione e autonomie locali, quindi uniformandole, dando efficacia, migliorando i servizi erogati ai cittadini che sono l'elemento fondamentale della gestione amministrativa non solo dell'ente locale ma di tutto il territorio regionale, e quindi della nostra Sardegna.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Marco Tedde per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

TEDDE MARCO (FI). Anch'io mi unisco ai complimenti nei confronti dell'onorevole Solinas, perché è riuscito in poche righe e con pochi concetti a dare il senso dell'oggetto e della finalità che deve avere questa legge. Non ha perso tempo in elucubrazioni vuote, non ha perso tempo in concetti che fanno anche sorridere, concetti che non avrebbero dovuto trovare ingresso in questo disegno di legge e concetti che invece sono stati pedestramente scopiazzati della legge n. 56 del 2014, quella legge che prende il nome di quel Ministro il cui nome, come dicevo, ha assonanze singolari con il nome dell'assessore Erriu e del relatore Deriu, cioè la legge Delrio. Ebbene, questo articolo 1, che noi censuriamo in modo aperto e convinto, è un'espressione chiara di vuoto pneumatico; parla di "autodeterminazione", senza esplicitare in che cosa si deve estrinsecare, parla di "associazionismo" (ma de che? direbbero nel Lazio) e di "partecipazione democratica" che è un coperchio buono per tutte le pentole, quando si richiama questo principio, partecipazione democratica sono tutti contenti, cosa vuol dire? Cosa vuol dire? Non lo sappiamo, ma secondo voi questi concetti debbono entrare in una legge, devono essere espressione del corpo legislativo regionale, devono essere espressione della massima assemblea di questa nostra Regione? Non mi pare, colleghi, non mi pare, non mi pare. E allora il mio voto per questo emendamento all'emendamento è ancora più convinto, è ancora più convinto perché tra le altre cose la scopiazzatura della legge numero 56 del 2014 in quei principi così vuoti è fatta anche male. Avrei preferito, avrei gradito se l'ordine in cui sono posti i principi nella legge Delrio, che sicuramente è molto meglio strutturata fosse stato rispettato, non siete riusciti nemmeno a fare questo, questo mi induce a votare contro questo emendamento votando a favore dell'emendamento all'emendamento. Grazie.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Alessandra Zedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ZEDDA ALESSANDRA (FI). Grazie Presidente, io credo che la proposta dell'onorevole Solinas, ma poi vedo anche che l'onorevole Carta successivamente ha proposto un altro emendamento altrettanto interessante, viene da un Gruppo che credo che abbia una chiara identità, quella sardista, quindi assolutamente rispettoso del nostro Statuto ma soprattutto rispettoso anche dei contenuti che dovevano essere le finalità che avreste dovuto scrivere chiaramente nell'articolo 1 di questa legge, e credo che invece proprio in quest'emendamento con poche righe si riesca davvero a rispettare tutto ciò che sono stati principi contenuti dell'articolo 1.

Allora da parte mia viene una proposta, un sollecito, ci avete parlato di disponibilità al confronto, ad accettare le proposte, iniziate da questo, vi consente anche di fare una bella figura quindi se le vostre intenzioni se provengono dall'onestà intellettuale come ci è parso, non vogliamo neanche metterlo in discussione, iniziate ad approvare questo emendamento che credo veramente che ci faccia partire tutti con degli ottimi propositi e forse anche lasciando veramente delle norme di qualità.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Paolo Truzzu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

TRUZZU PAOLO (Gruppo Misto). Grazie Presidente, per esprimere ovviamente il mio voto favorevole all'emendamento presentato dal collega Solinas. E per riallacciarmi anche a quello che diceva poc'anzi la collega Zedda. Vedete, voi stamattina, o meglio alcuni di voi stamattina, ci hanno rivolto un appello al confronto, a superare la logica di parte, al rimpallarsi le responsabilità gli uni con gli altri e ci avete invitato a fare delle proposte, a cogliere quest'occasione. Stasera stessa, capisco che possa non interessare, anche il collega Pizzuto ha detto: non state fuori dalla battaglia ma partecipate attivamente non assentatevi, estraniatevi ma dateci le vostre proposte. Nel momento in cui una proposta arriva ed è sensata, ed è tra l'altro molto, molto più credibile dell'articolo che voi avete scritto, perché c'è una chiara definizione di quelli che sono gli oggetti e le finalità della legge o meglio quelli che dovrebbero essere e non un insieme di principi buttati su un foglio come succede con l'emendamento numero 1947, cosa fate voi? Non ascoltate, ve ne fregate e rinviate l'invito al mittente. Allora mi viene da pensare che quegli interventi che avete fatto stamattina alla disponibilità, alla richiesta alle opposizioni di partecipare in modo tale di garantire la coesione istituzionale che ci deve essere quando si parla di queste cose siano aria fritta, non ve ne frega nulla, non siamo noi che ci stiamo estraniando siete voi che volete fare la riforma da soli, e avete la responsabilità di questo, l'avete tutta con gli enti locali perché siete sordi e non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Luca Pizzuto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PIZZUTO LUCA (SEL). Grazie Presidente, per dire che io apprezzo il lavoro fatto dal collega Solinas, un lavoro asciutto che sintetizza. Però onestamente io esprimo il mio voto contrario all'emendamento perché preferisco che nonostante siano articoli di legge ci sia anche un po' di poesia, ci sia anche un po' di armonia dentro la legge, e dentro gli articoli che vengono fatti. D'altronde i primi 12 articoli della nostra Costituzione sono articoli non tecnici ma sono articoli politici che hanno un forte valore simbolico. Io penso che l'articolo 1 dell'emendamento all'emendamento la proposta che viene fatta abbia degli ultimi elementi su cui dirò poi dopo alcune cose.

Io poi, perdonate questo siparietto che si fa sulle cose del passato, ma è importante dirle alcune cose, che il famigerato referendum su cui non bisogna spaccare il capello in quattro aveva 10 quesiti, 10 quesiti, e questi 10 quesiti, c'è un accanimento enorme sui territori che si sono emancipati con la lotta dei lavoratori anche dei territori o delle persone ma non c'è un accanimento su altri quesiti su cui i Riformatori hanno fatto battaglie importanti e altri partiti del centro destra. Non mi risulta, per esempio, che ci sia stata l'abolizione delle province storiche, non mi risulta che ci sia stata la riduzione dei consiglieri regionali, non mi risulta tutta l'abolizione degli enti dei consigli di amministrazione, non mi risulta, se non mi sono addormentato la convocazione dell'assemblea costituente, non mi risulta ci sia stata nemmeno l'elezione diretta del Presidente della Regione. Per cui, qualche consiglio di amministrazione forse sì…

(Interruzione del consigliere Cossa)

PIZZUTO LUCA (SEL). Ma non per merito vostro del referendum, abbi pazienza. Quindi avete fatto un referendumper certificare qualcosa che già esiste, è un po' discutibile da questo punto di vista. Per cui, e per le ragioni precedentemente dette, non voterò a favore dell'emendamento.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Angelo Carta per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CARTA ANGELO (Psd'Az). Per le ragioni identiche e contrarie a quelle dell'onorevole Pizzuto io voto a favore. Ma vorrei semplicemente aggiungere che a volte per dire le stesse cose si possono usare molte formule, molte parole oppure poche parole senza essere troppo ingeriti dalle formule. Credo che l'emendamento in discussione presentato dall'onorevole Solinas rappresenti una sintesi di tutto quello che nell'articolo 1 originario e nell'emendamento numero 1947 la maggioranza vorrebbe dire. Poi che lo voglia dire con poesia o lo voglia dire in prosa poco cambia, è la sostanza quella che conta. Quindi in questo caso meno cose scriviamo più chiaro è anche per chi poi la legge la deve usare, deve capire, deve digerire, la deve condividere. Quindi credo che l'emendamento numero 2298 sia un emendamento che non rinnega quello che la maggioranza ha voluto scrivere nell'emendamento sostitutivo totale e lo riporti invece ad una dialettica con chi poi la legge e con la legge si deve rapportare molto più chiara rispetto a quella che leggiamo sia nell'articolo originario che nell'emendamento. Quindi il voto è sicuramente e convintamente favorevole.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gian Luigi Rubiu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

RUBIU GIANLUIGI (UDC-Sardegna). Grazie Presidente, innanzitutto per esprimere il voto favorevole all'emendamento numero 2298, un emendamento che tratta il processo di riordino dei territori regionali, e soprattutto specifica che per ottimali si intende rendere più razionale, semplice la vita delle nostre comunità, dei nostri comuni e dei nostri concittadini. Per dimensioni ottimali si intende rendere massima flessibilità e libertà di decisione perché di libertà di decisione si tratta, questo è il tema cruciale. L'adesione alle unioni dei comuni deve essere in forma volontaria, non può essere in forma obbligatoria. Perché altrimenti mi dovete spiegare che senso ha che appartengano alla stessa unione dei comuni il Comune di Buggerru e il Comune di Narcao, che l'assessore Erriu conosce bene. L'adesione all'unione dei comuni deve essere facoltativa perché ci deve essere una scelta, ci deve essere un percorso e una logica. Le unioni di comuni devono stare insieme se, sollevando lo sguardo, si vedono tra loro, non ha senso che un comune appartenga per legge ad un'unione che magari dista 50, 60, 70 chilometri, in una strada che percorre questa distanza occorre magari utilizzare dei mezzi per due o tre ore. Questa è la razionalizzazione delle spese e questa riesce a creare quello sviluppo e quello sviluppo socio-finanziario ed economico? Credo proprio di no. Io credo che con questa legge e con questo sistema noi porteremo ulteriormente i comuni, ma soprattutto i nostri concittadini, a pagare notevolmente in maniera superiore i costi di gestione dei servizi, e non è questo l'obiettivo dalla legge. La legge è fatta per agevolare la vita e semplificare soprattutto la vita dei nostri concittadini, favorire la coesione, ma anche l'efficacia e il miglioramento dei servizi erogati. Grazie.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Mario Floris per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

FLORIS MARIO (Gruppo Misto). Colleghi, io sto ancora aspettando che il relatore, onorevole Deriu, e il Presidente di Commissione tengano fede all'impegno che hanno assunto in Commissione di approfondire i temi in quest'aula e di dare la loro opinione. Noi abbiamo formulato già diverse proposte, perché qui non c'è né destra né sinistra. Io non vorrei che questo fosse il solito teatrino, qui stiamo parlando di una cosa seria che riguarda il futuro della Sardegna, quindi siamo tutti consiglieri regionali che appartengono a se stessi e appartengono alla loro coscienza. Non è vero quello che noi stiamo dicendo, oppure è vero, che i comuni avranno un'ulteriore gerarchia con le città metropolitane, che abbiamo usato questi termini che non vogliono dire nulla anziché usare l termini che hanno usato tutte le altre regioni, eguaglianza e pari dignità. Vogliamo mettere che i comuni hanno, come diceva il Titolo V della Costituzione, pari dignità nei confronti degli altri organi politici e amministrativi, allora facciamolo. Perché non dite che le proposte non arrivano, le proposte stanno arrivando, ma lì c'è un silenzio tombale. Per cui io vorrei capire se questo impegno che era stato assunto si mantiene oppure no.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Attilio Dedoni per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DEDONI ATTILIO (Riformatori Sardi). Non vorrei essere ripetitivo, ma effettivamente se non si coglie l'aspetto importante di una norma come questa per il futuro della Sardegna, veramente siamo alla frutta come rappresentanza politica. Si potrà dire di tutto e il contrario di tutto, ma sta di fatto che una cosa imposta solo a maggioranza, anzi con una maggioranza all'interno della stessa maggioranza, non può portare a cose buone, non le può portare. È inutile che ci siano gruppetti interni alla maggioranza che impongono forzatamente una certa strada, non ho capito a chi giova. Hanno detto bene i colleghi, i sindaci sono stufi di questo potere che non è niente, perché non rappresenta niente, perché non è capace di dare risposte in positivo. I sindaci si lamentano perché hanno già visto in proiezione qual è il risultato di questa legge chiusa, disarticolata, non uniforme, con un distacco enorme fra istituzione e istituzione pensata, anzi meglio, forse anche pensata ma non certamente ragionata e calata in questa proposta di legge. Non avete accettato nessuna possibilità di dibattito perché si migliori una legge che serve a tutti. Io, noi dell'opposizione, e credo qualche altra anima intelligente e nobile della maggioranza, dovrebbe capire che non può portare il cervello all'ammasso, e ancor meno pensare di non rappresentare qualcosa di buono per la società sarda. Che esempio diamo ai giovani? Che esempio diamo a quelli che si dibattono nelle difficoltà e nella ricerca del lavoro? Siamo capaci di dire che queste nuove istituzioni daranno una risposta in positivo? Io mi chiedo ancora, ma siete attenti, siete calati nella parte? Rispettate l'umanità.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Luigi Crisponi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CRISPONI LUIGI (Riformatori Sardi). Certo che questo amarissimo e per certi aspetti venefico impasto che è frutto di mille manipolazioni, e che si vede apportare tutta una serie di nuovi ingredienti, evidentemente allontanano sempre di più la possibilità di poter esitare un testo che abbia il buon senso, soprattutto il contributo da parte di tutti. È negata in modo lampante ed evidente anche la possibilità di poterlo fare perché è negato un voto favorevole, uno che sia uno, anche agli interventi di buon senso, di qualità, di sostanza. Lo è sicuramente questo emendamento all'emendamento del collega Solinas, che non solo vale la buona tecnica legislativa, ma vale anche un contenuto serio, che serve anche a far dimagrire, a disciplinare, ad asciugare, a presentare un testo che sia fra l'altro leggibile dai cittadini. Ma come si fa a parlare in altri termini di semplificazione, riorganizzazione, quando lo stesso testo è una poltiglia, un impasto di mille criticità, che mal si addicono alle riflessioni e ai ragionamenti che portiamo avanti in aula oggi, ma anche in altri momenti, così come sarà occasione da portare avanti anche nelle successive giornate di discussione. Ma come si fa a parlare che i cittadini potranno godere di semplificazione, razionalizzazione, perché è questo poi di fatto che gli interessa, non gli interessa la filiera istituzionale, interessa che cosa accade sui rispettivi territori, nei propri ambiti, nei propri distretti, negli ambiti stessi comunali, dove, sì, bisogna poter avere una risposta in tempi immediati nei servizi che sono richiesti da quei cittadini, e vi pare che tutto questo stia avvenendo, vi pare che tutto questo possa essere descritto come una semplificazione se tutto questo arzigogolo che viene innescato, filtrato, rimpastato, reimmesso addirittura in maniera imprecisa, ci lascia davvero perplessi. Quindi, è inevitabile il mio voto personale favorevole all'emendamento del collega Solinas, numero 2298.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Pittalis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PITTALIS PIETRO (FI). Io penso che vi sia un'idea, a mio avviso sbagliata, che esercitare le funzioni di consigliere regionale dia anche la patente per essere bravi nello scrivere le leggi. Così non è, colleghi, probabilmente non è necessario avere particolari conoscenze tecnico-giuridiche, ma non è neanche pure scontato che chiunque possa scrivere testi, soprattutto leggendo l'emendamento che è in discussione, un emendamento pieno, ricco di ovvietà, che non semplifica, ma che introduce davvero problemi, gravi problemi di interpretazione, poi qualcuno si chiede perché la Corte costituzionale è investita spesso di conflitti di attribuzione, oppure di questioni che attengono alla legittimità delle leggi, perché i TAR e i tribunali ordinari si trovano non tanto a dover applicare la legge, cosa che devono fare, ma fare uno sforzo ermeneutico perché non si capisce che cosa il legislatore scrive, e neanche che cosa ha voluto intendere nello scrivere quell'articolato. Allora, ecco perché insistiamo. Qui non si tratta di fare un emendamento di sintesi per lasciare le cose come stanno, io l'ho detto a qualcuno della maggioranza, non è questo il campo sul quale misurarsi con l'opposizione, se c'è un'interlocuzione seria, ecco, l'interlocuzione seria sarebbe dovuta partire intanto dall'emendamento che noi stiamo esaminando, un emendamento che semplifica realmente le cose, un emendamento che chiarisce, che detta principi di carattere generale, che da il senso anche a quello che poi può essere lo sviluppo della legge nel momento in cui si parla di una riorganizzazione di funzioni amministrative finalizzate alla valorizzazione di un sistema policentrico; è una parola forse che vi dà fastidio? E' una parola che non può essere, questa sì, introdotta in legge e creare davvero le premesse per un articolato che sia davvero rispondente a tutti i territori di questa Regione. Badate, con l'emendamento Solinas davvero io penso che si possa creare quella cornice…

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 2298.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 2298.

(Segue la votazione)

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

 

(Il Consiglio non approva)..