Il caso del Progetto Eleonora insegna che le battaglie devono essere di tutti e per tutti senza ricerche di inutili “primogeniture”

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Fa piacere constatare che il fronte di tutela del paesaggio, contro i pericoli per le risorse naturali e le minacce alla salute, partito di recente da un'iniziativa promossa dall'Isde, l'organizzazione dei Medici per l'ambiente, (che in questi giorni sta sollecitando tutti gli amministratori locali della Sardegna), si allarga contestualmente al più generale movimento di contrasto al decreto Renzi.

La mia personale battaglia in Consiglio Regionale e quella del mio Partito, su questo scottante tema, parte da molto lontano; precisamente con l’Interpellanza  n. 129/A del 16 luglio 2010, “sull'autorizzazione alle ricerche sulla terra ferma ed a ridosso delle coste sarde finalizzate a realizzare pozzi e piattaforme petrolifere” che presentai assieme al Gruppo consiliare del PSd’Az, e nella più totale indifferenza delle tante associazioni ambientaliste, degli altri partiti politici, delle amministrazioni, col solo intento di impedire l’ennesimo scempio, quello delle trivellazioni previste dal “Progetto Eleonora” nel territorio del comune di Arborea ed il relativo saccheggio delle nostre risorse ambientali e del nostro territorio.

La mia battaglia in Consiglio Regionale su questo scottante tema, parte da molto lontano, e precisamente con l’Interpellanza  n. 129/A del 16 luglio 2010, “sull'autorizzazione alle ricerche sulla terra ferma ed a ridosso delle coste sarde finalizzate a realizzare pozzi e piattaforme petrolifere” che presentai assieme al Gruppo consiliare del PSd’Az, e nella più totale indifferenza delle tante associazioni ambientaliste, degli altri partiti politici, delle amministrazioni, col solo intento di impedire l’ennesimo scempio, quello delle trivellazioni previste dal “Progetto Eleonora” nel territorio del comune di Arborea ed il relativo saccheggio delle nostre risorse ambientali e del nostro territorio.

Ebbene, oggi, a distanza di ben cinque anni, e senza voler accampare diritti di primogenitura, mi sento di poter sostenere credibilmente che in Sardegna il decreto sblocca Italia già battezzato “libera trivelle”, peraltro già approvato in via definitiva, doveva essere assolutamente e preventivamente evitato, senza arrivare come sempre accade, ad accorgersi fiori tempo massimo che si rischia di portare avanti inconcludenti battaglie di retroguardia.

Insomma, la Sardegna aveva il diritto di dire NO  già da tempo, come garantito dalla SAVI servizio regionale che valuta l’impatto ambientale e non SI come impone il ministero dell’ambiente. Nel decreto si vuole semplicemente cercare di proteggere interessi economici precostituiti con norme ad hoc per aggirare i vincoli tutto questo a discapito del nostro paesaggio e del nostro territorio.

Ho notato nel decreto profili di illegittimità costituzionale, la previsione di un titolo concessorio unico, il vincolo preordinato all’esproprio già in fase di ricerca, la completa estromissione degli enti locali  dai procedimenti il rilascio dell’intesa regionale in apposita conferenza dei servizi, al pari di qualsiasi alta amministrazione pubblica  come se l’intesa regionale avesse natura amministrativa e non politica.

A mio avviso sono in pericolo alcuni principi, quelli che consentono al ministero dei beni culturali e al governo regionale di vietare iniziative e progetti in contrasto con il ppr e leggi a suo tempo varate per preservare il paesaggio come il decreto Urbani.

Un programma che modifica le competenze nella geotermia e rilancia il progetto delle mega centrali a carbone.

Obiettivi che rappresentano attacchi a energia e ambiente, due materie concorrenti tra stato e regioni a statuto speciale.

Per non parlare della sottrazione della terra alle colture con fonti rinnovabili; sono stati distrutti paesaggi, divorati preziosi suoli agricoli, disseminati i territori con cattedrali nel deserto, creato ulteriori servitù, dopo l’eolico il fotovoltaico e il termodinamico solare a terra ad altissimo impatto ambientale l’ultima frontiera è il cosiddetto minieolico.

Insomma in tanti anni di autonomia è venuto a definirsi nient’altro che uno sviluppo improbabile ed a seguire la disperazione che vediamo..

Per concludere, son convinto che sia proprio questa accondiscendenza che ha reso la Sardegna brutta e insicura, e compromessa in più parti disgraziatamente per sempre, perché dalle bonifiche non c’è da aspettarsi la palingenesi.

Il continuo prendersi tutto senza intralci perché chi ha preso dall’isola senza restituire nulla ha sempre contato su complicità locali, e chi si è opposto tra i politici non ha avuto vita facile.

Un aggressione cominciata nell’800  quando tre quarti del patrimonio boschivo sono diventati carburante per produrre energia nel continente .

E proseguita nell’ultimo mezzo secolo con regalie di vaste aree a imprenditori inaffidabili sovvenzionati con libertà di inquinarle nel Sulcis e nel golfo dell’Asinara (i casi più eclatanti della disfatta industriale con 400 mila ettari di territorio avvelenati).

Eppure, nnegli ultimi anni vanno e vengono progetti di energia “verde” che a volte si realizzano in assenza di valutazioni sul fabbisogno locale.

Ugualmente, con il ciclo edilizio, specialmente in danno di litorali sfigurati e sottratti all’uso pubblico.

Nello sfondo il deserto travolgente se gli incendi continueranno a farci compagnia ogni estate e lo spopolamento indispensabili presidi per gli usi agropastorali.

In definitiva, in assenza di una maggiore coscienza collettiva per tutelare il territori, oggi pare aver stravinto soltanto il partito del “si tutto”.

A fronte di tutto ciò, infatti, resta ancora da capire (si fa per dire) quale compatibilità vi possa essere tra le richieste (e le autorizzazioni) delle trivellazioni e l'economia turistica e l'ambiente delle aree interessate che, lo ricordiamo, sono aree tutelate a terra e a mare, poiché ricomprese in “parchi nazionali” e localizzate per la gran parte in luoghi di elevato pregio ambientale, e considerate zone sensibili proprio per i loro fragili e preziosi ecosistemi.