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Tutela ambientale e lotta contro il nucleare, parti fondamentali del nostro processo di Indipendenza!!

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La recentissima consegna a Ispra da parte di Sogin della proposta della Carta delle aree potenzialmente idonee (Cnapi) a ospitare il Deposito nazionale per i rifiuti radioattivi e Parco tecnologico - un'infrastruttura ambientale che consentirà la sistemazione definitiva di circa 75 mila metri cubi di rifiuti radioattivi di bassa e media attività e lo stoccaggio temporaneo di circa 15 mila metri cubi di rifiuti ad alta attività -porta nuovamente all'attenzione dell’opinione pubblica e della politica sarda il pericolo dello stoccaggio di scorie nucleari in siti ubicati nel territorio della Sardegna.

In verità, il processo di accelerazione delle attività di disattivazione e smantellamento dei siti nucleari, sarebbe dovuto esser da tutti ben conosciuto fin dallo scorso anno 2012, allorquando il nefasto Governo Monti, lo ricomprese nell’articolatodel decreto legge n. 1 del 2012-al comma 4 dell'articolo 24 - prevedendo che le autorizzazioni rilasciate dal Ministero dello sviluppo economico “valessero anche quale dichiarazione di pubblica utilità, indifferibilità ed urgenza, costituissero varianti agli strumenti urbanistici e sostituissero ogni provvedimento amministrativo, autorizzazione, concessione, licenza, nulla osta, atto di assenso e atto amministrativo, comunque denominati previsti dalle norme vigenti costituendo titolo alla esecuzione delle opere".

Più precisamente, insomma, attraverso l'articolo 24, il Governo Monti mirava a dare impulso al decommissioning e a rendere più facile l'autorizzazione di nuovi depositi nucleari, in deroga, se necessario, a procedure ordinarie e normative ambientali e urbanistiche, rendendo però di fatto onnipotente, proprio attraverso il comma 4, la Società gestione impianti nucleari (Sogin) che una volta ottenuto il solo benestare del Ministero dello sviluppo economico, avrebbe potuto insindacabilmente installare a suo piacimento i depositi per le scorie radioattive.

Stupisce perciò che gli effetti prevedibilissimi di tali disposizioni montiane per l'accelerazione delle attività di disattivazione e smantellamento dei siti nucleari incontrino soltanto ora, e per giunta fuori tempo massimo, le opposizioni dell’intero arco costituzionale governativo sardo che di quel pessimo Governo è il diretto erede.

Nessun parlamentare di quell'area politica, eletto in Sardegna, ha infatti, nel corso di questi ultimi tre anni, provato a mettere concretamente in mora il Governo italiano pro tempore - che si chiamasse Monti, Letta o Renzi - per aver dato seguito a disposizioni legislative così inaccettabili per tutto il Popolo sardo e anche palesemente antidemocratiche, le quali avranno senza dubbio effetti pregiudizievoli per le comunità locali.

Effetti per nulla scongiurati dal fatto che pur essendo previsto, nella norma, richiedere il parere della Regione prescelta per lo stoccaggio delle scorie nucleari e degli stessi comuni interessati, detti pareri sono qualificati come “obbligatori ma non come vincolanti”.

Estendere in tal modo i poteri del Governo italiano e della Sogin rappresenta un evidente e reale pericolo per la Sardegna che ha visto prendere in considerazione, anche nel recente passato, alcuni siti già ritenuti potenzialmente adeguati per lo stoccaggio delle scorie radioattive, quali, per esempio, alcune porzioni di demanio militare adibito a poligono e talune gallerie minerarie del Sulcis.

L'ipotesi di stoccaggio di scorie radioattive, comprese quelle provenienti dalle attività di medicina nucleare, industriali e di ricerca, infliggerebbe senza ombra di dubbio un ulteriore colpo mortale alle minime e residue condizioni ideali di crescita economica di tutti quei settori produttivi connessi all'ambiente ed al turismo, soprattutto in considerazione della grave crisi sociale ed economica nella quale l'Isola versa attualmente.

E tutto ciò potrebbe avvenire, per giunta, a dispetto dell'esito del referendum del 15-16 maggio 2011, che ha certificato con un voto plebiscitario che il 97,64 per cento dei sardi non vuole le scorie nucleari in Sardegna.

Per i Sardisti, perciò, anche il concetto di tutela e salvaguardia dell’ambiente e la lotta contro i depositi di scorie nucleari nella nostra Terra, sono parte fondamentale del più complessivo processo per l’Indipendenza della Sardegna!!

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