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I giganti di Mont'e Prama e il silenzio stampa ministeriale

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La Direzione regionale dei Beni culturali impone il silenzio stampa sui nuovi ritrovamenti di Mont'e Prama, attraverso una circolare che di fatto impedisce agli archeologi e a tutto il personale impegnati negli scavi di dare informazioni senza apposita  autorizzazione.

In un periodo nel quale l'archeologia mondiale si vede chiusi i cantieri archeologici di tutto il medio oriente e di quelli egizi, la scoperta sarda desta interesse e stupore.

E' una scoperta di valore internazionale, estremamente interessante e importante per la riscrittura di tanta parte della storia sarda e mediterranea.

La volontà di tacere e nascondere al mondo questa importante scoperta e' coerente con l'atteggiamento e orientamento politico del Ministero che tende a nazionalizzare i giganti col duplice scopo di organizzarne lo sfruttamento mediatico e relativi diritti e espropriarne i legittimi proprietari.

Libri e studi sui giganti dovranno essere fatti conoscere quando i relativi diritti saranno pagati agli indirizzi giusti. I sardi devono imporre a gran voce che tutti i beni archeologici siano restituiti e diventino bene della RAS con tutti gli oneri e gli enormi vantaggi.

Le stesse due Soprintendenze devono passare, come esiste nella Regione siciliana da sempre, sotto il controllo del nostro Assessorato alla pubblica Istruzione, e tutta la politica e i progetti economici di scavo e studio devono essere regolamentati e indirizzati verso una conoscenza internazionale del patrimonio sardo.

Se così sarà, si potranno creare migliaia di posti di lavoro quasi immediati, ed io credo che ai funzionare delle Soprintendenze tutto ciò possa convenire anche economicamente.

Solo così i giganti di Mont'e Prama, tutta la storia nuragica e tutto il nostro patrimonio storico fino ai giorni nostri troveranno giustizia storica.

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