Decreto "Sblocca Italia": affare per speculatori che blocca la Sardegna

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Per chi, a Roma, non se ne fosse ancora accorto, la Sardegna è in crisi profonda che rischia di diventare irreversibile: nel 2008 avevano un posto di lavoro 633mila persone fino ad arrivare nel primo trimestre 20014 in 547mila, e adesso saranno ancora meno.

In cinque anni sono spariti, ufficialmente, 88mila posti di lavoro (40mila nell'industria).

Di quegli 88mila lavori scomparsi, 58mila li hanno persi ragazzi tra i 25 e i 34 anni.

Invece gli over 55 con posto di lavoro dal 2008 sono aumentati da 63mila a 90mila, e addirittura aumentano gli occupati tra gli over 65.

Questo significa, in definitiva, che la Sardegna è ferma, ed oggi si tirano le somme finali del fallimento dell'industrializzazione a senso unico degli anni sessanta.

Le coste e l'interno dell'Isola sono state riempite di raffinerie e petrolchimici (Sarroch,Ottana, Porto Torres) di cui oggi non è rimasto niente (solo a Porto Torres la Sir di Nino Rovelli e poi l'Eni erano arrivate a 12mila posti di lavoro).

Chi aveva un lavoro sicuro vent'anni fa (pubblico impiego,scuola, sanità,poste etc) se l'è portato dietro da una classe di età alla successiva, mentre i giovani crescono senza trovare un posto di lavoro che pure è un loro diritto.

Adesso però c'è la cosiddetta Chimica verde di Matrica, che trasforma in plastica l'olio del cardo (sapete come la penso: un imbroglio).

Per ora impiega un paio di centinaia di operai, mentre altri 400 contano di lavorare con la Syndial (gruppo Eni) per le bonifiche dell'area spaventosamente avvelenata di Benzene.

Allo stesso modo potrei continuare a parlare ancora di Alcoa, Euroallumina, Carbosulcis, Ottana Energia, ex Enichem, Miniera, Queen, Keller etc...

In Sardegna, insomma, il problema è di una economia che non gira più, e non certo per una crisi passeggera.

Eppure nessuno l'affronta alla radice, e si continua ad andare avanti per tentativi senza pensare a modelli alternativi di sviluppo.

Chi ci governa continua a lasciare passare il tempo sperando che la bufera passi, aiutandosi con decreti di propaganda, che hanno sempre e soltanto tre cose in comune: il nome suggestivo e fuorviante, l’inefficacia totale, il conseguimento di loschi interessi a discapito della popolazione ed a beneficio dei soliti noti.

Nel recente decreto di Matteo Renzi, guarda caso chiamato evocativamente "Sblocca Italia", come in altri testi omnibus prima di lui, trovano al solito posto i fondi di magazzino dei vari ministeri, Infrastrutture e Sviluppo economico su tutti.

Per capire l'assetto definitivo delle norme bisognerà aspettare la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, ma il combinato disposto tra le bozze in possesso degli uffici e le dichiarazioni dei ministri sono preoccupanti per i Sardi e anche per gli Italiani.

Per dirne una, il ministro Maurizio Lupi e i suoi tecnici stanno provando a trasformare, un bel pezzo di demanio pubblico in un affare per speculatori.

In uno degli articoli infatti, si legge che i Fondi immobiliari di investimento, anche in partnership con la casa dep. e prestiti, possono "realizzare progetti di sviluppo..." e continuando si arriva a comprendere che aree pubbliche, ed anche aree costiere potranno essere date in concessione o in diritto di superficie, per realizzare interventi edilizi in deroga ai piani regolatori.

Questo è un punto terribile delle proposte del ministro Lupi poiché lo Stato si appresterebbe a superare la nostra crisi, e non solo quella dell'Italia, svendendo il nostro territorio agli inceneritori e alle trivellazioni.

Gli inceneritori, per esempio, diventano (a leggere il decreto) opera strategiche di interesse nazionale e, dulcis in fundo, il piano per la loro costruzione si farà a Roma.

A parte numerosi aspetti che di certo non tutelano la salute dei cittadini, a mio parere viene violato il principio di legge per cui i piani dei rifiuti sono compito delle regioni, viene disincentivata la raccolta differenziata, si blindano i cantieri e si allontanano, ancora una volta, i luoghi della decisione da quelli coinvolti nella realizzazione degli impianti.

D’altronde, pure le trivellazioni per nuovi pozzi di petrolio, e i siti di stoccaggio del gas naturale diventano, in questo decreto "Sblocca Italia". opere strategiche di interesse nazionale, per cui le Regioni interessate saranno incentivate, grazie ad un allentamento ad hoc del patto di stabilità, a rilasciare nuovi permessi, mentre le imprese potranno sventrare il territorio con procedure semplificate.

Io credo che a lungo andare in questa direzione, questo stato inadempiente e questo governo nemico della Sardegna dovrà chiamare l'esercito per reprimere eventuali proteste e così, anche il nostro diritto alla salute e al lavoro.