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Al Psd’az per una Proposta di legge di iniziativa popolare sulla semplificazione burocratica

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La notizia dei quattro arresti per presunte tangenti a funzionari di Selex e Finmeccanica, riguardo al sistema di tracciabilità dei rifiuti, mi ha fatto ricordare del SISTRI e di ciò che ne deriva a livello burocratico.

Il SISTRI, nato nel 2009 e mai realmente entrato in funzione, ha lo scopo di tracciare l’intera filiera dei rifiuti, evitando lo smaltimento clandestino.

Avendo avuto modo in più riprese di confrontarmi con gli adempimenti relativi, mi sono personalmente convinto del fatto che il Sistri è un gigantesco pantano burocratico.

Non l’unico, in verità.

Tra le procedure di inizio attività da presentare ai SUAP, il farraginoso sistema Entratel dell’Agenzia delle Entrate, il metodo telematico di presentazione delle pratiche INTRASTAT in dogana, i Pin normali e Pin dispositivi dell’INPS, c’è veramente da perderci la testa. Tanto che considero la burocrazia tra i mali peggiori dell’Italia, al pari della disoccupazione e della corruzione.

 Non sembra che la politica italiana voglia dilettarsi in una semplificazione che dovrebbe essere ovvia, visto il notevole aiuto che viene dalla tecnologia, applicata male per incompetenza o beceri secondi fini. Non è un segreto il fatto che la burocrazia rappresenti in Italia un fenomenale strumento di potere.

In attesa che i Sardi si convincano che la soluzione migliore sarebbe ciò che da quasi un secolo il PSd’Az propone, ossia la creazione di uno Stato sardo indipendente in cui non prevalgano le connivenze di potere e le finalità occulte tipiche della realtà italica, lo stesso partito potrebbe rendersi promotore di un palliativo a tale burocrazia imperante, che tracci il solco su cui si deve continuare per render facile la vita ai cittadini.

Tramite una “Legge di Iniziativa popolare” si potrebbe infatti proporre la semplificazione dei meccanismi di individuazione e riconoscimento dei cittadini.

Oggi nei nostri portafogli, svuotati dal contante per via della crisi, teniamo carta d’identità, tesserino di codice fiscale, tessera sanitaria, patente e altri documenti utili per poter essere riconosciuti all’occorrenza.

Nei cassetti teniamo probabilmente un dispositivo di firma digitale, e ci occorre anche una PEC per i rapporti con gli uffici.  

La proposta che faccio al mio partito è quella di chiedere, mediante una legge di iniziativa popolare da presentare alla Camera dei Deputati corredata da 50 mila firme, che vengano unificati tutti questi documenti in un unico strumento di identificazione.

Un unico tesserino con foto, generalità, indirizzo di residenza, codice fiscale, l’indicazione dei permessi di conduzione di mezzi gommati che via via si acquisiscono, e un chip che permetta di poter accedere alle informazioni minime riguardanti la persona.

A ciò si dovrebbe aggiungere lo strumento di firma digitale e l’attribuzione di una PEC gratuita con browser per l’invio e la ricezione di email aventi valore di raccomandata A/R.

Sul chip si potrebbero inoltre memorizzare i dati elettorali da aggiornarsi ad ogni tornata di voto ed eventualmente un IBAN bancario che renda il tesserino una sorta di conto corrente portatile utilizzabile per prelievi e pagamenti.

Le implementazioni possibili sono infinite, permettendo ad esempio la firma digitale dei documenti fiscali e dei contratti non sottoposti a obbligo di registrazione, che ridurrebbe notevolmente le questioni legali relative ai disconoscimenti unilaterali degli stessi.

Oppure l’utilizzo come credenziale d’accesso ai servizi on-line forniti da Agenzia delle Entrate, Inps, Equitalia e altri enti con cui si ha frequentemente a che fare, evitandoci la schiavitù delle mille password. Si potrebbe, in una visione futuristica, prevederne addirittura l’uso come chiave per la messa in moto di automezzi o per l’apertura di serrature varie, ivi comprese quelle delle abitazioni. Il chip potrebbe contenere inoltre i dati dello stato di famiglia, del certificato penale e di tutte le altre certificazioni più diffuse. Oppure garantire la tracciabilità (o al contrario, la criptatura) di operazioni delicate e pericolose come l’invio di dati via internet o ethernet.

E tanti altri utilizzi che ad oggi neanche ci immaginiamo.

 

Con questa proposta, avveniristica e semplificatrice, il PSd’Az dimostrerebbe che la classe dirigente sardista ha competenza e intuizioni che possono migliorare la vita dei cittadini sardi, anche e soprattutto in previsione di un futuro stato sardo che dovrà stare al passo con gli altri stati europei, ripudiando la situazione di stagnazione e di triste decadenza a cui l’Italia ci condanna da più di un secolo e mezzo.

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