Ricostituire Istituto incremento ippico per sviluppo e tutela effettiva filiera sarda

  • Stampa

“La nostra proposta mira alla effettiva tutela del comparto ippico della Sardegna e della rilevante filiera ad esso connessa, che vivono attualmente una crisi drammatica ed addirittura rischiano di scomparire in seguito a provvedimenti legislativi sia di provenienza del Governo italiano che di quello sardo che, anche nel passato recente, ne hanno condizionato pesantemente e gravemente l'attività e il suo sviluppo”.Questa la dichiarazione che il Consigliere regionale sardista Efisio Planetta ha rilasciato in riferimento alla proposta di legge presentata assieme al collega Giacomo Sanna attraverso la quale “si intende intervenire al fine di porre rimedio al grave errore compiuto nel corso della precedente legislatura durante la quale si è scelto di sopprimere l’Istituto per l’incremento ippico della Sardegna, affidando le sue competenze ad altre Agenzie regionali che non hanno saputo assicurare al settore  le dovute attenzioni di cui esso necessitava”. Nella proposta sardista, di cui Planetta è primo firmatario, è infatti previsto di istituire nuovamente l’Ente, dotandolo, però, di una struttura organizzativa più agile e snella rispetto a quella originale, sostanzialmente assimilabile a quella prevista dalla legge regionale 8 agosto 2006, n. 13 per le Agenzie agricole. “L’imprudente soppressione dell’Istituto per l’incremento ippico della Sardegna, è stata ed è ancora oggi ampiamente stigmatizzata dalla larghissima maggioranza degli operatori del settore – prosegue Planetta – che proprio nel corso di una gravissima crisi che coinvolge l’intero settore agricolo si sono visti privati di un valido e rodato interlocutore che pure aveva dato prova nel corso della sua quarantennale esistenza, di possedere le competenze e le capacità operative necessarie per affrontare le problematiche di un comparto così specifico e peculiare, non assimilabile alle altre attività agricole”. Tutto questo- incalza il consigliere sardista – proprio in un momento in cui la preoccupante situazione in cui versa l’ippica italiana e, in particolare, quella della Sardegna, è andata peggiorando nel tempo anche a seguito dell’azione di riordino iniziata dal Governo italiano nella quale prevale l’aspetto della privatizzazione degli ippodromi destinati alle sole corse con le scommesse, benché il settore non si possa ridurre a tale ristrettissimo ambito ma è sopratutto fonte di lavoro stabile e di attività importanti collegate al cavallo, all’indotto dell’allevamento, oltre che alle corse”.