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Zona franca, Presidenza regione invita imprese a delocalizzare in Bielorussia e dimentica Sardegna

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“L’organizzazione di un seminario informativo da parte della Direzione Generale della Presidenza della Regione per favorire forme di investimenti e delocalizzazione in Bielorussia delle imprese operative sul territorio regionale è un vero e proprio paradosso che sconcerta quanti attendono che si dia finalmente attuazione all'Art.12 del vigente Statuto d'Autonomia speciale della Sardegna in materia di istituti franchi”. Questa la forte presa di posizione del Consigliere regionale sardista Efisio Planetta che ha depositato un’interpellanza urgente per chiedere le motivazioni che hanno spinto la Presidenza della Regione ad organizzare l’evento “mi chiedo se la Giunta Regionale intenda risolvere i problemi della crisi che interessa la quasi totalità delle imprese sarde inducendole alla delocalizzazione in Bielorussia, proprio quando è unanimemente riconosciuto che proprio la zona franca – prosegue il Consigliere sardista – costituisce uno dei pochi strumenti essenziali per dotare la Sardegna di un valido sistema economico non condizionato dall’intervento dello Stato italiano, attraverso la realizzazione di adeguati piani di sviluppo”. Da qui il sollecito e l’ulteriore perplessità di Planetta “è inspiegabile la mancata attuazione del D.Lgs. 10 marzo 1998, n. 75, che ha istituito le Zone franche nei porti di Cagliari, Olbia, Oristano, Porto Torres, Portovesme, Arbatax, in attuazione dell'Art.12 del vigente Statuto d'Autonomia speciale della Sardegna, il cui iter  - ha denunciato Planetta – è paradossalmente bloccato proprio laddove si richiedeva alla Regione Sardegna la delimitazione delle aree della Zona franca”. Secondo Planetta “vi è l’opportunità di liberare l’Isola da condizionamenti e gravami imposti da uno Stato che pecca di eccessiva ingerenza nell’economia sarda, impedendo di fatto all’Isola di esprimere pienamente le proprie potenzialità”. Da qui il sollecito al rispetto degli accordi programmatici da parte della Giunta regionale che secondo Planetta “dovrà fare la sua parte con atti concreti che non possono più essere rimandati”. 

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