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No ad importazione detenuti pericolosi in carceri sarde

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“Ho chiesto di conoscere le reali dimensioni dei recenti trasferimenti in carceri sarde di detenuti appartenenti alla mafia o alla grande criminalità organizzata, sottoposti a regime di 41 bis o comunque a misure di alta sicurezza, e quali quelli eventualmente in programma nei prossimi mesi”. Questa la sostanza dell’interpellanza che il Consigliere regionale sardista Efisio Planetta ha rivolto al Presidente della Regione per chiedere conto della reale dimensione della distribuzione di detenuti ad alta pericolosità come quelli citati, sia sul complesso delle carceri italiane, ma anche in quale proporzione essi siano o stiano per essere concentrati preferibilmente in quelle sarde. Il riferimento del consigliere sardista è alle recenti notizie dei trasferimenti di detenuti condannati per associazione mafiosa non in regime di 41 bis, in alcune carceri sarde: Nuchis, a Tempio Pausania e Massama. “Mi domando anche in quali termini la Regione Sardegna sia stata coinvolta dal Ministero dell’Interno – prosegue Planetta – al fine di predisporre sul territorio sardo adeguate misure, per evitare che la presenza di tali carcerati determini attorno alle carceri sarde, presenze stabili di parenti, amici, eventualmente corregionali dei carcerati medesimi, con possibile grave impatto sotto il profilo socio economico e di pregiudizio dell’ordine pubblico, così come peraltro già avvenuto nel passato”. Da qui l’invito di Planetta rivolto a Cappellacci “affinché dichiari in quali termini e secondo quali modalità l’amministrazione regionale si attivando per respingere quest'ennesimo grave attacco alla sovranità dei sardi, che costituisce anche una provocazione all'integrità economica e sociale della Sardegna”. Ma Planetta non dimentica di chiedere conto anche secondo quali modalità si stia tutelando il diritto dei detenuti sardi in riferimento alle linee guida legate alla regionalizzazione della pena detentiva: “il trasferimento di detenuti di alta pericolosità nelle carceri sarde costituisce una scelta in forte contrasto con queste linee guida e sarebbe perciò opportuna la revoca dei massicci trasferimenti di questo tipo di detenuti pericolosi in Sardegna, favorendo invece il rientro di quelli sardi, anche al fine di garantire compiutamente l’applicazione da parte del Ministero competente dele linee guida legate alla regionalizzazione della pena detentiva, garantendo loro il diritto di potersi confrontare con operatori del luogo di origine”.

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