Basta a tumori da inquinamento industriale, la Regione si occupi anche di Saras

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Lo studio SENTIERI, promosso dall’Istituto Superiore di Sanità, reso pubblico dal ministro della Sanità nel corso della vicenda ILVA di Taranto, ha confermato, in modo inequivocabile, che nell’area industriale del Sulcis-Iglesiente-Guspinese e in quella di Porto Torres, esiste una correlazione stretta tra l’inquinamento ambientale prodotto da questi siti e i danni causati alla salute delle persone, vale a dire che in quelle aree i lavoratori coinvolti nei processi produttivi e le persone residenti muoiono in misura maggiore, a causa dell’alta incidenza dei tumori della pleura, del polmone, della vescica, del fegato”.Questa la premessa contenuta nell’interpellanza che il Consigliere regionale sardista Efisio Planetta ha rivolto al Presidente della Regione e all’Assessore all’Ambiente per chiedere in quali termini e secondo quali modalità la Regione stia assicurando un’adeguata tutela della salute dei cittadini. “L’indagine epidemiologica prende in considerazione gli anni che vanno dal 1995 al 2002, e quindi fotografa una realtà che risale a dieci anni fa ma ad oggi pare non essere stata sufficiente a determinare alcuna reazione sia da parte del Presidente della Regione che dell’Assessore della Sanità, della ASL, della Provincia di Sassari, dei Comuni interessati – precisa Planetta – ed il silenzio generale è stato rotto solamente dal Presidente regionale dell’ISDE, Il Dott. Migaleddu, da anni impegnato nella denuncia dei danni causati dall’inquinamento sulla salute dei cittadini”. Sempre secondo il Consigliere sardista, “il silenzio delle istituzioni riferito all’indagine epidemiologica SENTIERI, che ha valutato la mortalità della popolazione residente in 44 siti industriali di interesse nazionale, e che ha dimostrato che nelle Aree del Sulcis-Iglesiente-Guspinese e in quella di Porto Torres è presente un eccesso di mortalità causata da una alta incidenza di tumori della pleura e del polmone, è assimilabile allo studio risalente al 2008, commissionato dall’allora sindaco di Sarroch, Mauro Cois, al Prof. Annibale Biggeri, docente dell’Università di Firenze, sugli effetti delle emissioni della SARAS sui bambini”. Per Planetta, infatti, “tale studio evidenziava un’incidenza di malattie respiratorie e neoplastiche superiore alla media regionale, come conseguenza dell’esposizione all’anidride solforosa e alle polveri fini e sottolineava inoltre un dato inquietante: l’esposizione agli idrocarburi policiclici aromatici presenti nelle polveri fini e al benzene, avrebbe determinato un danno genetico, con modificazioni del DNA”. Così adesso è la Regione ad esser chiamata in causa da Planetta “affinché provveda senza indugio secondo le proprie competenze e prerogative e sulla base delle leggi sanitarie vigenti, poiché la Sardegna non detiene solo il triste primato delle servitù militari, ma anche quello non meno triste delle servitù industriali, con 445 mila ettari di territorio inquinati da un carico di veleni che hanno contaminato l’acqua, il terreno e l’aria e continuano ancora oggi a minacciare pericolosamente la salute dei cittadini”.