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Nuovo carcere a Bancali, lavori rallentati per adeguamento al 41 bis?

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“Occorre verificare celermente la fondatezza delle ipotesi di destinazione della prima parte del carcere di Bancali che sarà pronta all'uso che la darebbero destinata ai detenuti in regime di “carcere duro” ex articolo 41-bis della legge sull’ordinamento penitenziario”. Questa la sollecitazione del Consigliere sardista Efisio Planetta contenuta nell’interpellanza rivolta al Presidente Cappellacci che viene invitato, in caso affermativo, ad esprimere “la forte contrarietà della Regione Sardegna rispetto a questo scellerato intendimento”. Secondo l’esponente sardista si tratterebbe di una decisione ministeriale assunta unilateralmente non tenendo nella minima considerazione il parere della comunità locale e di chi la rappresenta: “Queste circostanze denunciano il carattere spiccatamente neocolonialista dell’attuale Governo italiano e se confermate incideranno negativamente sul futuro del territorio – dichiara il consigliere dei Quattro mori – anche e soprattutto per le conseguenze sociali che deriverebbero dalla presenza di un carcere di massima sicurezza in un territorio già fortemente penalizzato dall’infausta esperienza dell'isola dell'Asinara”. Ma le perplessità di Planetta riguardano anche le procedure di affidamento degli appalti per la costruzione dei tre nuovi istituti penitenziari sardi e la motivazione per cui siano state secretate: “Le gare per l'affidamento dei lavori vennero curiosamente dichiarate secretate con decreto del Ministro della giustizia ed i relativi appalti vennero assegnati nel dicembre 2005 a tre società che si erano aggiudicate anche i lavori per il G8 della Maddalena, fra cui, per il carcere di Bancali, proprio la Anemone srl – precisa Planetta – già tristemente nota alle cronache per gli scandali connessi alla ricostruzione dell’Aquila”. Da qui la ulteriore richiesta del consigliere sardista al Presidente della regione: “Credo sia opportuno che questa Amministrazione richieda un pronunciamento in via ufficiale ed urgente al Ministro di Grazia e giustizia, Paola Severino, che pure è “rimasta senza parole” per la visita effettuata nella struttura carceraria di Buoncammino, per sapere quale sia il termine previsto dal contratto per la fine dei lavori – afferma Planetta – e se siano stati previsti ulteriori lavori extra-contrattuali o opere in subappalto che hanno verosimilmente determinato il grave ritardo nella consegna della struttura di Bancali”.

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