Asinara, Regione rilanci il Parco e il turismo

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Il ritorno dei mafiosi sull'Isola Parco dell'Asinara è un'eventualità particolarmente gradita, non solo ai diversi ministri che si sono succeduti nel corso degli ultimi quindici anni in via Arenula a Roma , ma anche a burocrati e agli alti dirigenti dei diversi ministeri, ben cinque (Giustizia, Lavori Pubblici, Ambiente, Interno, Trasporti) che quando c'era il carcere di massima sicurezza spadroneggiavano nel paradiso naturale interdetto per decenni ai sardi. Aperto, invece, soprattutto nella stagione estiva, alle missioni con famiglia e amici al seguito, per gli apicali dei ministeri romani.

 

Dopo le ultime dichiarazioni della Guardasigilli Paola Severino, pronta a sbarcare all'Asinara per un sopralluogo in vista della riapertura del penitenziario, sembra però che anche qualche dirigente regionale abbia colto la palla al balzo per depotenziare da subito le attività turistiche, incominciando a lavorare per la soppressione dei collegamenti con l'Asinara. Si aggiungano le recenti denunce del presidente del parco e del sindaco di Porto Torres sui rischi per la stagione estiva a causa della mancanza di acqua potabile.

É tempo che la Regione e gli Enti Locali interessati lavorino per il pieno decollo del Parco dell'Asinara e per il suo rilancio in chiave turistica. L'isola parco e l'area del golfo devono finalmente trovare un progetto realizzabile e risorse adeguate perchè le potenzialità ancora inespresse dell'Asinara possano rappresentare un'opportunità per lo sviluppo dell'intera Sardegna. Solo così chi ha nostalgia dei mafiosi in un pezzo di paradiso sottratto ai sardi eviterà di proporre a scadenza fissa l'odiosa servitù carceraria che prima era gradita solo ai burocrati di Roma ma che oggi sembra avere trovato gradimento anche negli uffici a Cagliari.