Mariannedda e sos Battor Moros

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Marianna Bussalai nasce ad Orani nel 1904 da una famiglia agiata, prima di due figlie nate dal secondo matrimonio tra Salvatore Bussalai e Antonietta Angioy. 

Cattolica convinta, ma spinta dal suo fedele spirito critico nei confronti di una chiesa non sempre giusta e libertaria, decide ancora diciassettenne di dedicare tutta la sua vita al Sardismo, ai diritti della donna e all'emancipazione del popolo Oranese. Marianna frequentò solo le scuole elementari non potendo continuare i suoi studi a causa della salute cagionevole che le impediva di recarsi quotidianamente alle scuole Nuoresi e visse interamente la propria vita ad Orani, allontanandosi dal paese solo poche volte, tra cui una per intervenire ad un congresso del Partito Sardo d’Azione in cui venne invitata ad intervenire. 

Marianna fu sardista dalla sua prima infanzia e collaboratrice assidua del quotidiano del Partito Sardo d’Azione "Il Solco" fino al 1926, impegnandosi sempre con estrema dedizione per l’autonomia e l’indipendenza della Sardegna, perché si diceva convinta che "l’indipendenza" fosse il primo dei diritti di un popolo.
In una lettera destinata all’avvocato Titino Melis scriveva: "il mio sardismo data da prima che il del Partito Sardo d’Azione sorgesse, cioè da quando, sui banchi delle scuole elementari, mi chiedevo umiliata perché nella storia d’Italia non si parlasse mai della Sardegna. Giunsi, che la Sardegna non era Italia e doveva avere una storia a parte".
Il suo essere donna estremamente politicizzata, caratteristica d’eccezione per il tempo, fece si che venisse chiamata con l’appellativo di "Mariannedda e sos Battor Moros", riuscendo a distinguersi per il grande contributo alla diffusione del Partito Sardo d’Azione.
Marianna Bussalai morì nel 1947 alla prematura età di 43 anni. A testimoniare il suo impegno e la propaganda politica, restano le numerose lettere di corrispondenza destinate ai colleghi di Partito, agli amici di Nuoro, di Sassari, Cagliari e Roma; tra i quali Emilio Lussu, Luigi Oggiano, Pietro Mastino, Titino Melis ed alle devote e fedeli amiche Mariangela Maccioni e Graziella Sechi Giacobbe.

(liberamente tratto da www.mariannabussalai.org)