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“Su sabiu e-i su maccu” L&B, ora di nuovo amici, brindano all'aumento dell’Iva!

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Su sabiu e-i su maccu. O come dicono gli italiani, il gatto e la volpe! Letta e Berlusconi si riabbracciano dopo le incomprensioni dei giorni scorsi, tanto che al momento della fiducia in Senato dal labiale del premier si evince un clamoroso “Grande Silvio!”.

Tutto risolto senza danni quindi?

Non per i cittadini (soprattutto per noi sardi), vista la pesante eredità lasciataci da questo screzio strategico: il tanto temuto aumento dell'Iva al 22%!

Nel momento in cui occorreva intervenire per evitarlo, il governo si è trovato in panne, distratto dalla presunta fronda dei ministri PDL. Presunta perché ci ricorda le sceneggiate mourinhiane, tese ad attirare le attenzioni verso di se per distoglierle dai problemi della sua squadra.

Così è stato infatti: nel chiasso della possibile crisi di governo, la crescita dell'imposta è passata sottotraccia e nel silenzio dei mass media.

Ma ora che la frittata è fatta, ci si chiede quali effetti avrà questo sciagurato aumento. Ovviamente causerà una salita dei prezzi, e da ciò ulteriori e nefaste conseguenze. Il potere d'acquisto dei cittadini sarà più basso e dunque essi compreranno mediamente di meno. Le imprese saranno costrette a ridurre la produzione, di conseguenza dovranno far a meno di una parte della forza lavoro che probabilmente verrà licenziata. Ciò, in un infernale effetto-domino comporterà ancora minor capacità di acquisto, con riduzione ulteriore della produzione e perciò un altro giro del circolo vizioso di cui sopra, che si ripeterà all'infinito creando dunque altra recessione.

In altre parole, un moltiplicatore keynesiano al contrario! Tutto ciò senza maggior gettito per le casse statali: se prima dell’aumento per ogni cento euro di compravendita, l'erario ne incassava 17,36 di iva, con l'aumento dei prezzi il valore della compravendita scenderà – supponiamo - a 90 euro, di cui 16,23 di Iva incassata dallo Stato. L'esperienza del recente aumento dal 20% al 21% dimostra che a dispetto dell'incremento percentuale, il flusso di cassa a favore dell'erario diminuirà invece di aumentare. Fa sorridere che un mese fa cercava disperatamente un’alternativa di gettito per evitare l’aumento, quando è invece ora che c’è stato l’aumento che va ricercata! Se proprio si fosse voluto intervenire su un’imposta, questa non sarebbe certo dovuta essere l'Iva, in quanto psicologicamente più impattante sui consumatori rispetto ad altri tributi.

Una crescita dell'Irpef invece sarebbe stata suscettibile di cagionare effetti non immediati (per un imprenditore addirittura posticipati a luglio 2014, alla prima scadenza dell’Unico), e dunque meno incidenti negativamente sui consumi odierni. A ciò aggiungasi che l'aumento Iva colpisce tutti i cittadini nella stessa maniera, senza distinzioni per reddito, mentre aumentando l'aliquota Irpef si sarebbe potuto intervenire in maniera progressiva su in un'imposta già progressiva, che chiede di più a chi più ha, e viceversa! E in questo caso con modalità più soft e dunque meno suscettibili di far crollare i consumi, come ad esempio con la diminuzione delle detrazioni e la rivisitazione verso il basso dei valori massimi degli scaglioni di reddito.

Dirò di più: meglio sarebbe stato non abrogare l’Imu, che in ogni caso ci ritroveremo nel 2014 con il nome di Service Tax. Tutte ragioni, queste, per stigmatizzare la decisione del governo e per dubitare fortemente sulla presunta crisi di governo appena superata.

Insomma, a quanto pare siamo in un paese di clown (lor signori del governo) e di spettatori divertiti (gli elettori). Purtroppo sembra che questi ultimi godano soltanto degli screzi tra Sallusti e Cicchitto in TV, o delle finte contrapposizioni tra PD e PDL, che in realtà sono unicamente abili strategie, giochi di ruolo, finalizzati a celare un’incapacità, peraltro evidente, di trovare soluzioni ai problemi della gente.

Così, riferita a noi sardi, sorge una domanda più che spontanea: non sarebbe il caso che, finalmente, piuttosto che votare ancora una volta per “su sabiu e-i su maccu”, il Popolo sardo decidesse per la propria autodeterminazione e per l’Indipendenza della Sardegna?

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